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«Lo spread? Un inganno» e il Cavaliere cadde Ora S&P va alla sbarra

«Manipolazione del mercato e danno patrimoniale», i pm di Trani vogliono processare i vertici dell'agenzia di rating

RomaUn complotto ai danni dell'Italia, perpetrato tra maggio del 2011 e gennaio del 2012, che ha prodotto nefaste conseguenze per i mercati e anche per la politica, costringendo alle dimissioni il presidente del Consiglio, regolarmente eletto Silvio Berlusconi. Un complotto del quale avrebbero fatto parte anche le agenzie di rating. Il gup della Procura di Trani, Angela Schiralli, ha, infatti, disposto il rinvio a giudizio di sei manager di Standard & Poor's tra i quali l'ex presidente Deven Sharma e il capo analista del debito sovrano per l'Europa Moritz Kraemer. Andranno in giudizio, in un procedimento parallelo, anche due manager di Fitch (David Michael Willmoth Riley, capo dei rating sovrani e Trevor Pitman).

Sono state accolte le tesi dell'accusa che chiedeva l'imputazione per «manipolazione del mercato aggravata dalla “rilevante offensività”», in quanto l'eventuale reato sarebbe stato commesso ai danni dello Stato sovrano italiano e in base «alla rilevantissima gravità del danno patrimoniale provocato», con la perdita di valore dei titoli governativi italiani (lo spread con il Bund tedesco schizzò a quota 570 punti). Rinviate a giudizio anche le due società Usa per responsabilità amministrativa. S&P's ha definito le accuse «completamente infondate» dichiarandosi convinta della piena assoluzione.

Eppure il pm Michele Ruggiero, nell'udienza del 22 settembre scorso disse di aver «raggiunto la prova che è stata falsata l'informazione ai mercati finanziari e che, così facendo, è stato manipolato il mercato». L'impianto accusatorio, che parte da un esposto delle associazioni Adusbef e Federconsumatori (che si sono costituite parte civile, mentre Bankitalia ha partecipato all'udienza come persona offesa) , si fonda sulla tesi secondo cui manager e analisti di S&P's avrebbero fornito «intenzionalmente» ai mercati quattro report contenenti «informazioni tendenziose e distorte» sull'affidabilità creditizia italiana e sulle iniziative di risanamento e di rilancio adottate dal governo.

Secondo la Procura, tale intento manipolatorio avrebbe avuto la finalità «di disincentivare l'acquisto di titoli italiani e deprezzarne, così, il valore». L'ultimo report sotto accusa è quello con cui S&P's, il 13 gennaio 2012, decretò il declassamento dell'Italia di due gradini (da A a BBB+). Stesso discorso per Fitch, accusata di aver rilanciato - dal 10 al 18 gennaio 2012 - «indebiti annunci preventivi di imminente declassamento» dell'Italia, mai decretato ufficialmente fino al 27 gennaio 2012. Per l'agenzia viene inoltre ipotizzato l'abuso di prestazione d'opera, poiché legata al ministero dell'Economia da un contratto di fornitura di rating.

Ecco perché Forza Italia è tornata a chiedere, attraverso il capogruppo alla Camera Renato Brunetta, l'istituzione di una commissiona parlamentare d'inchiesta sui fatti del 2011. «Crediamo di aver documentato sin dal 2011 il grande imbroglio alla base di una strategia tesa a speculare sul debito sovrano del nostro Paese e a cancellare la democrazia in Italia, costringendo Berlusconi alle dimissioni», ha commentato.

Una richiesta formulata anche dalla responsabile comunicazione del partito del Cav, Deborah Bergamini. «Vogliamo sapere in che modo la democrazia e la sovranità popolare dell'Italia sono state violate». Da ieri gli azzurri sono meno soli.

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