Vaticano

La stanchezza del Papa. "ll prossimo viaggio? Lo farà Giovanni XXIV"

Francesco si confessa: "In queste condizioni partire mi risulta sempre più difficoltoso"

La stanchezza del Papa. "ll prossimo viaggio? Lo farà Giovanni XXIV"

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Il Papa sta sorvolando ancora la Mongolia quando incontra i giornalisti per la tradizionale conferenza stampa di fine viaggio. Visibilmente stanco per i 4 giorni trascorsi a Ulan Bator, confessa: «Vi dico la verità: per me fare un viaggio adesso non è molto facile come all'inizio. Ci sono limitazioni, nel camminare...». L'agenda di Francesco prevede una visita confermata a Marsiglia (22-23 settembre) e forse «un Paese piccolo dell'Europa (il Kosovo, ndr) ma - aggiunge il Pontefice - stiamo vedendo se possiamo farlo...». Nonostante la stanchezza, le difficoltà fisiche e l'età (Bergoglio compirà 87 anni il 17 dicembre) lo spirito del Papa non viene meno. A chi gli chiede se andrà in Vietnam, scherza: «In Vietnam sono sicuro che ci andrà Giovanni XXIV, questo è sicuro che ci sarà».

Nella lunga conferenza stampa con i giornalisti c'è spazio per affrontare numerosi temi. Come il dialogo con la Cina e la missione a Pechino del cardinale Zuppi, suo inviato speciale per la pace in Ucraina. «I rapporti con la Cina sono molto rispettosi - sottolinea il Papa -. Personalmente ho una grande ammirazione per il popolo cinese, i canali sono molto aperti per la nomina dei vescovi e c'è una commissione che da tempo lavora con il governo cinese e con il Vaticano. Poi ci sono alcuni preti o intellettuali cattolici che sono invitati spesso nelle università cinesi a tenere corsi. Credo che dobbiamo andare avanti nell'aspetto religioso, per capirci di più e perché i cittadini cinesi non pensino che la Chiesa non accetti la loro cultura e i loro valori e dipenda da un'altra potenza straniera».

«La missione del cardinale Zuppi è una missione di pace che io ho assegnato - prosegue - e lui ha fatto un piano che prevedeva di visitare Mosca, Kiev, Stati Uniti e anche Pechino. Il cardinale Zuppi è un uomo di grande dialogo e di visione universale, lui ha nella sua storia l'esperienza del lavoro fatto in Mozambico nella ricerca della pace e per questo ho inviato lui».

Francesco torna anche sulle parole riguardo alla «Grande Russia» che hanno sollevato numerose polemiche da parte ucraina perché viste come un'esaltazione dell'imperialismo. «La cultura russa è di una bellezza, di una profondità molto bella e non va cancellata per problemi politici», precisa. «Non ha pensato all'imperialismo ma alla trasmissione della cultura». Francesco ammette che «forse non è stata felice» la sua espressione ma parlava della Grande Russia «nel senso non tanto geografico ma culturale. Quello che ho detto ai giovani russi è farsi carico della propria eredità, che vuol dire non andare a comprarla altrove. Ma prendersi la propria eredità. E quale eredità? Quella della cultura russa».

Infine, riferendosi ai recenti fatti di cronaca a Palermo e a Napoli (don Patriciello ha invitato il Pontefice a Caivano, ndr) su cosa possano fare i governi per superare le sofferenze e il degrado delle periferie, Francesco risponde: «Dobbiamo interloquire con le periferie e i governi devono fare giustizia sociale, la vera giustizia sociale. Tutti i governi del mondo devono essere aperti a questo. Il mondo delle periferie non è facile». E in vista del Sinodo di ottobre, osserva; «Nel Sinodo non c'è posto per le ideologie, c'è posto per il dialogo. Il Sinodo è il dialogo, fra i battezzati, fra i membri della Chiesa, sulla vita della Chiesa, sul dialogo col mondo, sui problemi che oggi toccano l'umanità. Questo non è un programma televisivo dove si parla di tutto. No.

C'è un momento religioso, c'è un momento di interscambio religioso».

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