Roma «Prima c'erano gli artigiani, ora una bidonville». Laura è una libera professionista che vive in un loft a pochi passi dal luogo in cui è morta Desirée. Racconta di persone che cercano di contrastare gli spacciatori. «Stato e Comune sono inesistenti qui, ci dobbiamo difendere da soli - dice - Abbiamo creato una piccola rete di residenti, ci parliamo via chat. Il primo che avverte un pericolo avvisa». Laura ricorda che il degrado è cominciato da anni, ma da sei mesi la situazione è precipitata. «Sarà una coincidenza - spiega - ma da quando hanno fatto gli arresti a Ostia le cose sono cambiate. Sono arrivati questi spacciatori africani, per noi sono topi perché si infilano fra le lamiere delle botteghe abbandonate e spacciano. Sono comandati da alcune famiglie di camorra. Ci hanno già minacciato». Passa un giovane operaio, con la t-shirt di una carrozzeria: «Ma a sti negri la robba chi je la dà?» chiede infuriato. Anche lui è un aspetto di un quartiere popolare, prima frequentato da universitari squattrinati, poi centro della movida, quella che attira droga e malavita. «Sono di sinistra - dice ancora Laura - ma per me Salvini è l'unica speranza di vedere riqualificato il quartiere. La gente di San Lorenzo vuole pulizia». In molti ci hanno provato a spiegarlo agli amministratori. Inutilmente. Come, 4 anni fa, quando una casalinga contesta al sindaco Ignazio Marino la sua venuta spot preceduta da un repulisti straordinario dell'Ama.
Imbarazzante la risposta dell'allora sindaco: «Metta insieme i suoi due neuroni». Da allora nulla è cambiato. Materassi abbandonati, calcinacci, lamiere arrugginite nelle aiuole. E poi quella struttura abbandonata, il lungomuro dello spaccio dove ha perso la vita una 16enne di provincia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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