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Stipendi, tetto a 240mila euro: dipendenti delle Camere in rivolta

Fissato il tetto degli stipendi dei consiglieri parlamentari. Bagarre a Montecitorio: 240mila euro annui non bastano?

Stipendi, tetto a 240mila euro: dipendenti delle Camere in rivolta

Un lungo e polemico applauso. "Bravi, bravi, bis!". Numerosi dipendenti di Montecitorio hanno salutato, con prese in giro e accuse, l'uscita dei componenti dell'ufficio di presidenza della Camera al termine della riunione che ha dato l'ok alle linee guida per iniziare la contrattazione sulla applicazione dei tetti salariali. Eppure la Casta non è solo quella dei politici. Alla Camera, per esempio, la soglia dei 240mila euro più oneri di stipendio è superata da molti dipendenti. Se un consigliere anziano con 40 anni di servizio riceve 358mila euro all’anno, bastano appena 25 anni di servizio per sforare il tetto. 

La contestazione più vibrante è stata per la vicepresidente Marina Sereni che ha la delega sul personale. "Bel capolavoro, grazie!", le è stato urlato nel corridoio dei "busti" da decine di lavoratori. Ma gli applausi da sfottò sono toccati anche ai questori e ai Cinque Stelle Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro. Una contestazione mai vista nei solitamente ovattati e silenziosissimi corridoi di Montecitorio. Gli Uffici di presidenza della Camera e del Senato, riuniti in contemporanea, hanno fissato il tetto retributivo massimo dei consiglieri parlamentari a 240mila euro all’anno al netto della contribuzione previdenziale (l’8,8% della retribuzione). "Sarà più basso per le altre categorie - spiegano - in modo da mantenere inalterati i rapporti retributivi oggi esistenti tra le varie professionalità". Tuttavia la soglia delle categorie non è stata ancora fissata: è un tema sul tavolo del confronto con le organizzazioni sindacali che parte da oggi con la stesura di un fitto calendario di incontri. "Chi ha uno stipendio inferiore al tetto vedrà fermarsi la crescita dello stipendio al raggiungimento di quella cifra - spiega la Sereni - chi invece lo supera subirà una riduzione straordinaria del proprio stipendio tra il 2014 ed il 2017 fino al raggiungimento del proprio tetto retributivo di riferimento". Resta aperto il tema delle indennità di funzione, aggiuntive al tetto, per le figure apicali dell’amministrazione (il segretario generale, i suoi vice ed i capi servizio). Non sono state ancora determinate, ma non potranno essere superiori al 25% del limite retributivo fissato e non saranno pensionabili. È presumibile ora una "corsa" alla pensione da parte di chi in parlamento supera il tetto. Alla Camera rimangono quattro finestre all’anno per andare in pensione, mentre al Senato ce ne sono solo due, peraltro sottoposte a un contingentamento.

Per il presidente della Camera Laura Boldrini l'avvio della contrattazione per i tagli agli stipendi dei dipendenti Camera è "un passo importante e positivo".

"Spiace e rattrista" la contestazioneproprio mentre fuori Montecitorio c'è "il Paese reale", fatto di lavoratori che chiedono il finanziamento per la cassaintegrazione.

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