In Liguria è corsa ad accaparrasi i migranti (con relativi finanziamenti statali), ma ora le autorità hanno deciso di porre uno stop con regole più ferree.
È il paradosso dell'accoglienza: anzi, della doppia accoglienza. È qui che va ricercato il freno che blocca i piccoli comuni, le città della provincia ligure che di ospitare altri migranti non ne vogliono sapere, e che ora sono chiamati dalla Prefettura a rispondere per 350 posti. Perché non è questione di diffidenza, non sempre almeno: piuttosto, la beffa è che a essere penalizzati sono proprio i centri più disponibili. Quelli che aderiscono allo Sprar, sigla che sta per Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati: un'accoglienza di secondo livello, più organizzata, istituita nel 2002 dal Ministero dell'Interno e a gestione pubblica. Un'accoglienza che funziona bene, e alla quale i comuni possono aderire volontariamente.
Ebbene, è proprio qui che sta il paradosso: perché i piccoli centri virtuosi che fanno parte di questa rete, rischiano senza essere interpellati di vedersi paracadutare sul territorio anche altri migranti in strutture temporanee disposte dalla Prefettura.
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