Guerra in Ucraina

"Stop alla minaccia atomica". E la Nato si rinforza a Est

Stoltenberg: con armi chimiche e nucleari conseguenze di ampia portata. Più uomini e mezzi ai confini orientali Ue

"Stop alla minaccia atomica". E la Nato si rinforza a Est

Dal Baltico al Mar Nero, mezzi dell'Alleanza atlantica pronti a muoversi per sigillare l'Europa dell'est. Una prova di forza, anticipata dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg alla vigilia del vertice di oggi, dove si cercherà di dare, anche, prova di compattezza tra alleati tanto diversi, dal Canada alla Turchia fino all'Ue. L'asticella è particolarmente alta, e punta a neutralizzare gli effetti collaterali di una possibile escalation della guerra russa in Ucraina che, anche a fronte delle quasi 14mila perdite stimate sul campo, potrebbe portare Vladimir Putin a utilizzare armi chimiche o atomiche. «Credo sia una minaccia vera», ha detto Joe Biden prima di salire sull'Air Force One per raggiungere l'Europa.

Finora, da parte di Mosca, c'è stato solo l'uso tattico dell'ipotesi nucleare: il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, appena due giorni fa, alla Cnn non ha escluso il ricorso alle riserve; ben 4.477 testate nucleari, 1.588 pronto uso. «Mosca deve smetterla con le minacce nucleari, una guerra atomica non si può vincere e non può essere combattuta», sottolinea il capo operativo della Nato. Stoltenberg gioca a scacchi a sua volta con le dichiarazioni, e avvisa Putin di «conseguenze certe e di ampia portata» anche rispetto all'impiego di armi chimiche: «Ogni utilizzo cambierebbe totalmente la natura di questo conflitto». «Bombe al fosforo bianco usate a Hostomel e Irpin», taglia corto il sindaco di Irpin Oleksandr Markushin.

Mosca confonde le acque. «Spero sappiano di cosa stanno parlando, e cioè che si troveranno faccia a faccia forze armate Nato e russe, scenario che tutti hanno sempre detto che non sarebbe mai dovuto accadere», tuona il ministro degli Esteri Sergei Lavrov riferendosi al presunto invio di forze di pace della Nato in Ucraina, ipotizzato dalla Polonia, che a suo dire «provocherebbe uno scontro diretto». Ma è immediatamente Stoltenberg a chiarire che la Nato non invierà truppe in Ucraina.

Armi sì. Ancora di più. A partire da Usa, Francia, Italia e Germania. Berlino vuole fornire altri 2mila lanciarazzi all'Ucraina: «Può fidarsi del nostro aiuto», dice il cancelliere Scholz. L'Italia secreta l'elenco, ma è il premier Draghi a rivendicare la linea del difendere l'aggredito contro l'aggressore. E per il canadese Trudeau, «non ci sono soluzioni facili ma non significa che la via non sia chiara».

Il primo passo d'insieme della Nato sarà invece il dispiegamento di 4 nuovi battlegroup dell'Allenza: in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia. Mezzi e truppe da ammassare al confine: «Avremo 8 battlegroup dal Baltico al Mar Nero», riassume Stoltenberg. La nuova fase è sempre più concreta. «Mi aspetto che i leader accetteranno». «Abbiamo il dovere di assicurarci che la guerra non esca dall'Ucraina», insiste giustificando il rafforzamento dei domini orientali Nato con importanti incrementi di forze a terra, in aria e in mare». Poi, equipaggiamenti per la cyber difesa e contro le minacce chimiche, biologiche e nucleari alla resistenza ucraina (che ha ricevuto anche 800 milioni di dollari di risorse dagli Usa).

Siamo al ping-pong militare, «a un momento cruciale per la nostra sicurezza, la Russia deve fermare questa guerra». Con un colpo di fioretto, la Nato richiama pure la Cina alle sue responsabilità per il mancato cessate il fuoco, su cui avrebbe potuto incidere e invece diffonde «bugie e disinformazione» lasciando in aria l'ipotesi di munizioni date all'esercito russo. Stoltenberg chiede poi alla Bielorussia di stoppare ogni complicità con Putin.

E per ribadire da che parte sta l'Alleanza, oltre a Biden, al vertice di oggi ci sarà Zelensky in collegamento video.

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