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La strage buonista: le vittime passano da 20 a 3500 all'anno

Gli accordi tra Berlusconi e Gheddafi contribuivano a salvare vite umane: nel 2010 il numero più basso di tragedie

La strage buonista: le vittime passano da 20 a 3500 all'anno

Se credete ancora che politiche dell'accoglienza e missioni di soccorso siano la formula miglior per salvare le vite dei migranti disilludetevi. Numeri e statistiche smentiscono tutte le leggende dell'ideologia buonista. In verità i disgraziati spinti in mare dai trafficanti di uomini muoiono più facilmente e assai più copiosamente quando sono mossi dalla certezza di venir salvati ed accettati. Una visione condivisa anche dal direttore di Frontex, Fabrice Leggeri che in un'intervista a Le Figaro ha spiegato: «Non è una situazione che durerà sei mesi, e neanche pochi anni. Il mio mandato scadrà nel 2020 e l'unica previsione ragionevole che posso fare è che l'attività di Frontex continuerà ad espandersi. E fare muri non serve a nulla».

Del resto sono proprio l'accoglienza senza regole e la promessa di un soccorso «teoricamente» garantito ad aumentare l'offerta e a far decollare il grande affare della tratta degli umani. E almeno cinque argomenti lo dimostrano.

1) I 20 morti registrati nel Canale di Sicilia nel 2010 rappresentano in assoluto il bilancio più «clemente» dal 2002 ad oggi. Quei dodici mesi - insolitamente «benevoli» rispetto alle medie di 13 anni in cui il totale degli incidenti «documentati» supera le 15mila vittime - corrispondono all'entrata in vigore degli accordi sull'immigrazione clandestina stretti dal governo Berlusconi e dal regime libico di Muammar Gheddafi.

2) La tanto denigrata e demonizzata politica dei respingimenti e gli accordi tra il governo Berlusconi e il Colonnello non hanno contribuito soltanto a salvare migliaia di vite. A tutt'oggi quei provvedimenti sono stati gli unici in grado di contenere il grande esodo. Le cifre parlano chiaro. Nel 2008, prima delle intese con il raìs, gli sbarchi nel nostro Paese sono 37mila. Nel 2009, dopo l'entrata in vigore del trattato e l'avvio dei respingimenti, il numero scende a 9.600. E precipita a quota 4.400 nel 2010, registrando una diminuzione del 90 per cento in soli due anni. Nel 2012, però, la Corte Europea di Strasburgo condanna la politica dei respingimenti definendola contraria ai diritti umani. E così nel nome dei diritti dell'uomo si restituisce una disumana licenza di uccidere ai trafficanti di uomini.

3) Il record assoluto in termini di mortalità, con oltre 3500 cadaveri affondati nel Mediterraneo, si registra paradossalmente nel 2014 quando le navi della missione «Mare Nostrum», avviata dal governo Letta ed e sostenuta da quello di Matteo Renzi, garantiscono per dieci mesi soccorsi e salvataggio fin davanti al bagnasciuga libico. Dal 2002 ad oggi non si era mai registrata una simile strage.

4) Il numero delle perdite «collaterali» generate da Mare Nostrum è direttamente proporzionale al vertiginoso effetto calamita innescato da una missione che, tra il novembre 2013 e il gennaio 2014, moltiplica il numero dei migranti convinti di poter raggiungere l'Europa. E con loro quello delle organizzazioni criminali pronte a lucrare su quel sogno. Non a caso i 170mila sbarchi registrati nel 2014 superano da soli il totale di 118mila 884 arrivi ottenuti sommando i 42.925mila sbarchi del 2013, i 13.267 del 2012, e i 62.692 del 2011 considerati, al tempo, una cifra record conseguenza delle rivolte arabe.

5) Anche il totale dei morti registrati nel triennio 2011-2012-2013, caratterizzato dall'assenza di missioni di soccorso strutturate ed organizzate, è ben lontano dalla strage «collaterale» indotta da «Mare Nostrum». Le 1822 vittime del 2011, le circa 350 del 2012 e le quasi 450 del 2013 danno, se sommate, un totale di 2622 morti documentate. Un bilancio già così inaccettabile, ma pur sempre inferiore ai 3.500 morti registrati soltanto nell'anno di Mare Nostrum. Ed inferiore a quello che saremo costretti a conteggiare alla fine di questo infausto 2015. Secondo le statistiche dell'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite pubblicate pochi giorni fa i cadaveri affondati nel Mediterraneo dal primo gennaio hanno già superato quota 2500. E promettono di peggiorare persino il macabro record del 2014.

Per la felicità dei buonisti e di quanti s'illudono di fermare il massacro varando nuove e più generose politiche dell'accoglienza.

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