
Un racconto straziante. Raccolto dalla Mezzaluna Rossa palestinese, che ha raccontato in dettaglio la testimonianza da brividi di uno dei suoi paramedici, sopravvissuto il 23 marzo quando soldati israeliani spararono sulle ambulanze causando 15 morti. «Il nostro collega Al-Nasasra era nella stessa ambulanza del suo collega Rifat Radwan, che ha filmato il video poi recuperato sul suo telefono, sul quale si vede il loro veicolo attaccato dai soldati israeliani», ha affermato Nebal Farsakh, portavoce della Mezzaluna. Il nuovo particolare raccontato da Nasasra è che alcuni paramedici erano sopravvissuti all'aggressione iniziale e stavano chiamando aiuto quando sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco dall'Idf. Un'esecuzione brutale, che aggiunge orrore a orrore, dopo che il mondo si era indignato per il fuoco aperto su operatori umanitari e di soccorso e il ritrovamento dei loro corpi in una fossa, come a voler nascondere le prove dell'azione, avvenuta nonostante i mezzi avessero le insegne della Mezzaluna ben in vista
Il racconto è stato ripreso dal quotidiano britannico The Guardian. Il video, della durata di quasi sette minuti e pubblicato ad aprile, mostra un'autopompa rossa e ambulanze chiaramente segnalate che guidano di notte, con i fari accesi e le luci di emergenza lampeggianti, contraddicendo la versione iniziale degli eventi avanzata dalle Forze di difesa israeliane (Idf), che negavano che i veicoli avessero i fari o le frecce di emergenza accese. «Al-Nasasra e Radwan sono stati sottoposti ai pesanti spari che tutti hanno sentito nella registrazione e ai colpi d'arma da fuoco ancora più pesanti che sono continuati anche dopo la fine della registrazione, mentre i soldati israeliani continuavano a sparare contro di loro per molto tempo», racconta Farsakh. «Al-Nasasra si è riparato a terra, sul retro dell'ambulanza. Ha cercato di nascondersi e di proteggersi il più possibile, scavandosi una buca nel terreno.
Il corpo di Mohammed al-Heila, un altro operatore umanitario ucciso, era sopra di lui». Come se non bastasse, Asaad al-Nasasra, 47 anni, ha dichiarato che dopo l'attacco a Gaza è stato detenuto e torturato per 37 giorni dalle forze israeliane.