La strage dell'elicottero e le accuse per l'ok al volo. "Si sapeva del maltempo"

Recuperate le salme delle vittime, indagine per disastro colposo. Manca ancora la scatola nera

La strage dell'elicottero e le accuse per l'ok al volo. "Si sapeva del maltempo"

Sono stati recuperati tra le lamiere dell'elicottero precipitato sabato mattina in una zona impervia del Gargano i corpi delle sette vittime della tragedia avvenuta in provincia di Foggia, nella frazione di Castelpagano ad Apricena. L'operazione è stata rinviata di un giorno a causa del maltempo, che rimane anche l'indiziato numero uno dell'incidente costato la vita ad una coppia di turisti sloveni, ai loro due figli adolescenti, ad un medico del 118 e ai due piloti. Tutti passeggeri dell'elicottero A109 della compagnia Alidaunia proveniente dalle isole Tremiti. Passeggeri che si trovavano per caso a bordo, dopo che il meteo aveva cambiato i loro programmi di viaggio.

Le salme sono state trasportate prima in un centro operativo non lontano dal luogo dello schianto e poi all'obitorio dell'ospedale di San Severo per il riconoscimento, dov'è stata prevista l'assistenza psicologica per i parenti. Probabilmente, come ha spiegato il capo della Procura di Foggia, Ludovico Vaccaro, verrà effettuata l'autopsia solo sui corpi dei due piloti, Luigi Ippolito, 54 anni, e Andrea Nardelli, 39 anni. I parenti della famiglia slovena, composta dal 59enne Bostjan Rigler, direttore tecnico della tv slovena Pro Plus, la moglie 49enne Mateja Curk Rigler e i figli di 13 e 14 anni Liza e Jon, ieri non erano ancora arrivati in Puglia. Era però atteso il console, che potrebbe essere stato delegato ad occuparsi delle necessarie formalità.

Francesco Nardelli, il papà del pilota più giovane, ieri era sul luogo della tragedia per ricordare quel figlio con la passione del volo che era in Alidaunia da 15 anni. Inconsolabile e incredulo per l'accaduto si chiedeva perché l'elicottero fosse stato fatto partire con quel tempo: «Sapevamo tutti che c'era una forte perturbazione sul Gargano, tant'è che venerdì il velivolo non era partito. Sapevamo che le condizioni non erano ideali. Non so da chi sia arrivato l'ok per il decollo, chissà forse dalla torre di controllo». Sul luogo del disastro era infatti in corso un temporale, c'era vento e anche la nebbia. Anche se nulla di proibitivo per un elicottero di quelle dimensioni. Non si esclude neanche l'ipotesi del guasto meccanico o del disorientamento spaziale, che potrebbe aver confuso i piloti. Sarà l'inchiesta aperta dalla Procura di Foggia per disastro aviatorio colposo e omicidio colposo plurimo a carico di ignoti a fare luce sull'accaduto. Il procuratore Vaccaro non si è voluto sbilanciare, seppur ammettendo di essersela fatta un'idea ma di non averla ancora comunicata ai tecnici. Sono stati nominati cinque consulenti, due da parte dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (un ingegnere aeronautico e un pilota) che indaga in parallelo e tre da parte della Procura (un professore universitario esperto in incidenti aerei e due ufficiali dell'Aeronautica di cui un ingegnere e un pilota). Al momento, però, non avranno il supporto della scatola nera, che non è stata ancora trovata e non è detto che l'elicottero caduto ce l'avesse, perché non tutti i velivoli ne sono provvisti. Il rotore dell'elicottero, invece, è stato trovato a circa 100-150 metri di distanza rispetto alla fusoliera. Il velivolo potrebbe dunque aver impattato con il suolo prima con il rotore, per poi impennarsi e schiantarsi con il resto della fusoliera. I rottami, che si trovano su un pendio e rischiavano di scivolare con il terreno fangoso, sono stati messi in sicurezza per preservare le fonti di prova.

L'amministratore unico di Alidaunia, Francesco Nitti, ha espresso la vicinanza di tutta la compagnia ai familiari delle vittime: «Consapevole di quanto possa essere poca cosa in confronto all'abisso di sofferenza e dolore in cui sono sprofondati. Mai ad un genitore dovrebbe essere consentito di sopravvivere ad un figlio».

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