Gli stranieri fanno shopping tra i grandi alberghi italiani

«Tycoon» turchi, sceicchi, cinesi comprano i nostri hotel. Gli ultimi casi? L'Aldrovandi di Roma e il San Domenico di Taormina

Gli stranieri fanno shopping tra i grandi alberghi italiani

All'inizio dell'anno il tycoon turco Fert Faik Sahenk si è fatto un bel regalo: il lussuoso hotel Aldrovandi Villa Borghese di Roma. Le trattative con i fratelli Ugo e Francesca Ossani sono state lunghe, ma alla fine il gruppo Dogus si è aggiudicato il sofisticato 5 stelle dei Parioli per una cifra intorno ai 90 milioni di euro. E il piano di investimenti prevede altri 20 milioni. La holding del potentissimo imprenditore (250 società e 50 mila dipendenti), che conta proprietà e hotel in gestione in Turchia e in Croazia, ha messo gli occhi sull'Italia dal 2013, quando ha acquistato il Capri Palace di Anacapri, reso famoso dal proprietario Tonino Cacace come regno dello charme e dell'arte contemporanea, frequentato da star come Gwyneth Paltrow, Julia Roberts, Harrison Ford, Leonardo Di Caprio, Mickey Rourke e Mariah Carey.

Negli ultimi anni i grandi alberghi del nostro Paese sono diventati oggetto delle brame dei gruppi stranieri, soprattutto investitori arabi, ma anche cinesi, danesi, spagnoli e, appunto, turchi. Tra emiri, sceicchi e sultani si è segnalato come uno dei più attivi il sovrano del Qatar, Sheikh Hamad bin Khalifa al-Thani, insieme alla sua corte. Il paese arabo opera in modi diversi, a comprare possono essere direttamente l'emiro e la famiglia reale, i suoi ministri-parenti attraverso le loro holding o il braccio finanziario del paese, il fondo sovrano del Qatar, presieduto dallo sceicco Nawaf Al Thani. Una delle ultime operazioni di cui si parla è legata al nome dello sceicco Hamad bin Jassim Al-Thani, che ha abdicato nel 2013 in favore del figlio oggi sovrano: avrebbe acquistato a marzo lo storico albergo San Domenico di Taormina. La valutazione per l'ex monastero dei domenicani, considerato uno degli hotel più famosi e belli della Sicilia, sarebbe di 52,5 milioni.

Si sa che sono molto ricchi e arabi gli acquirenti del palazzo di sei piani di Trastevere, che ospita da mezzo secolo la stazione dei carabinieri su piazza san Cosimato, una delle più caratteristiche di Roma. Nell'elegante edificio, che l'Arma lascerà entro giugno, sorgerà un grande albergo. Massima riservatezza per ora, ma sembra che dietro l'affare ci sia appunto il Katara Hospitality. La società di proprietà della famiglia reale di Doha, gli Al Thani, già possiede alcuni degli alberghi che fanno parte della storia della capitale. Come il lussuoso Regina Baglioni di Via Veneto, gestito dalla famiglia Polito e, sempre nella strada della Dolce Vita il Westin Excelsior, acquistato nel settembre del 2015 da Starwood hotels per 222 milioni di euro, con un piano per rinnovare la struttura nei successivi 5 anni. Anche il mitico Gran Hotel di via Vittorio Emanuele Orlando, 122 anni di storia, già diventato Saint Regis della catena Starwood, oggi è della Constellation holding dello sceicco del Qatar Hamad bin Jassim Al Thani. L'albergo dove hanno dormito re, regine e i Rolling Stones è stato ceduto per 110 milioni di euro.

Questo per la capitale, ma Milano è stata un'altra delle grandi città che hanno interessato l'emirato. Nel 2014 il fondo sovrano Qatar Holding ha ufficializzato l'acquisto dello storico Hotel Gallia, oltre all'avveniristico quartiere di Porta Nuova. Il gioiello Belle Époque, inaugurato nel 1932 e affacciato sulla piazza della stazione Centrale, era già dal 2011 della Katara Hospitality. Dopo 4 anni di ristrutturazione e 100 milioni di euro di investimenti, il Gallia ha riaperto nella primavera 2015. «È uno dei fiori all'occhiello nel panorama dei 15 hotel europei in cui abbiamo investito - ha spiegato lo sceicco Nawaf Al Thani - Abbiamo in cantiere altri investimenti in Italia, perché ci sono buone opportunità e l'attrattiva del Paese nel mondo è ancora fortissima».

Qatar ma anche Dubai. E il fascino di Via Veneto si fa ancora sentire. L'emiro Mohamed Bin Rashid Al Maktoum, ha già da anni acquistato un altro degli alberghi più belli della strada romana, il Jumerah international, con il suo gruppo Dubai Holding. Poco lontano, lo storico hotel Eden della capitale è stato scelto dal sultano del Brunei Hassanal Bolkiah, il monarca più ricco della terra, con un patrimonio di 22 miliardi di dollari . Attraverso il gruppo Dorchester, lo avrebbe acquistato per un prezzo che si aggira sui 121 di euro e ora sono iniziati importanti lavori di restauro. Proprietà cinese, invece, quella del grand hotel che si sta costruendo in piazza Verdi nell'enorme palazzo dell'ex Zecca. Sono in corso complicati lavori per realizzare una spettacolare terrazza e una enorme piscina sul tetto. Pochi mesi fa è stato acquistato dalla Rosewood Hotels and Resorts International Limited, controllata dalla New world China Land e si annuncia come uno degli alberghi più lussuosi di Roma.

La lista dei gioielli ceduti agli stranieri è ancora lunga. Sempre a Roma, è della spagnola NH il Jolly di Corso d'Italia e della catena Marriot il Flora di via Veneto, mentre l'Es dell'Esquilino è del gruppo danese Radisson.

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