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Draghi incontra Lavrov e Modi: la strategia in vista del G20

Draghi si muove per organizzare a settembre un G20 straordinario sull'Afghanistan. La visita di Lavrov rientra in questa strategia.

Draghi incontra Lavrov e Modi: la strategia in vista del G20

Lo scoppio della crisi afghana e il ritorno al potere dei Talebani ha portato Mario Draghi al centro della scena sul contesto internazionale: la presidenza italiana del G20 e il lasso di tempo sempre più ridotto mancante al summit offrono al presidente del Consiglio un ampio spazio di mediazione.

Come anticipato da Gian Micalessin nei giorni scorsi su Il Giornale in occasione del G7 d'emergenza convocato da Boris Johnson per parlare della crisi di Kabul Draghi ha in mente una chiara strategia di ampliamento del campo negoziale e delle trattative multilaterali per trovare una soluzione internazionale al caso afghano. Impossibile non coinvolgere attori come Arabia Saudita, India, Turchia nel processo. Assolutamente lunare, a maggior ragione, tenere fuori dal confronto Cina e Russia. Il premier ha ottenuto da Joe Biden nei giorni scorsi l'ok a un G20 straordinario dedicato all'Afghanistan che ora mira a organizzare a settembre anticipando di fatto la riunione ufficiale che andrà in scena a Roma i prossimi 30 e 31 ottobre. E in vista della possibilità di un doppio appuntamento tanto importante ha iniziato a tessere le fila diplomatiche.

Nella giornata odierna Draghi ha ricevuto a Palazzo Chigi per un'importante interlocuzione il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, a testimonianza dell'importanza assegnata alla Russia nel quadro del dialogo multilaterale che dovrà portare a una stabilizzazione delle tensioni aperte dal ritorno al potere dei Talebani. Gli obiettivi prioritari emersi come sfida comune durante l'incontro con Lavrov e i tre quarti d'ora di colloquio sono quelli di assicurare la stabilizzazione e la sicurezza nel Paese centroasiatico e di stemperare le tensioni su scala regionale. Inoltre, nel confronto bilaterale Draghi e Lavrov hanno posto sul terreno la comune volontà di far fronte all'emergenza umanitaria in atto e di vegliare sul rispetto dei diritti umani, in particolare delle donne. Insomma, se da un lato il deus ex machina della diplomazia del Cremlino ha dichiarato che la Russia vuole capire quale ruolo avrà in un eventuale G20 dedicato all'Afghanistan dopo aver incontrato il suo omologo italiano Luigi Di Maio, precisando che per Mosca, "la priorità sarà quella della sicurezza dei suoi alleati al confine meridionale", dall'altro Draghi è stato disposto a parlare chiaramente per presentare bene le carte in tavola. E inoltre l'Italia ha garantito alla Russia che nel G20 dedicato all'Afghanistan, se questa iniziativa sarà realizzata, saranno invitati anche Pakistan, Iran e altri Paesi direttamente interessati alla crisi ma che non fanno parte del gruppo

Spazio, nel corso della giornata, anche a un importante colloquio telefonico con Narendra Modi. Come ricorda l'Agi, nella conversazione si è parlato ampiamente di Afghanistan ma anche delle prospettive operative per un'efficace cooperazione bilaterale tra Roma e Nuova Delhi. L'India è Paese chiave in quanto affacciato direttamente sulla regione centroasiatica e, soprattutto, intenta a cercare di capire le reali intenzioni del Pakistan, Paese ambiguo nei confronti dei Talebani. In vista del G20, inoltre, le indiscrezioni parlano della volontà del premier di cercare anche una conversazione con il presidente cinese Xi Jinping.

In sostanza, complice la presidenza italiana del G20 Draghi è oggigiorno l'unico leader capace di fare da punto di raccordo per accelerare confronti sull'Afghanistan. Può avere un confronto diretto con la Russia in una fase in cui i rapporti Washington-Mosca sono orientati al gelo più assoluto; in virtù del suo prestigio sul fronte euroatlantico è aperto al confronto con Biden, può supplire all'imminente uscita di scena di Angela Merkel e al calo di popolarità di Emmanuel Macron; ha avuto l'intuizione di guardare anche alle potenze emergenti, coinvolgendole nel processo afghano. La vera sfida sarà tenere dentro tante istanze diverse in caso di formalizzazione di un summit ad hoc sull'Afghanistan. Ma la carta di espandere il discorso dal G7 al G20, in una fase di conflittualità internazionale tanto acuita, non era scontato potesse avere successo.

Draghi è perfettamente in partita: le settimane a venire saranno decisive per capire se il suo summit vedrà la luce.

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