Lo strazio di Martina: "Non è morta subito ma dopo un'agonia"

La 14enne colpita quattro volte alla testa. Da stabilire i tempi trascorsi tra l'aggressione e il decesso

Lo strazio di Martina: "Non è morta subito ma dopo un'agonia"
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Quattro colpi. Martina Carbonara, 14 anni, è morta dopo una lunga agonia. Sepolta quando era ancora viva? Eseguita l'autopsia della 14enne di Afragola uccisa a sassate dall'ex fidanzato, Alessio Tucci, 19 anni. L'esame, eseguito all'istituto di Medicina Legale dell'ospedale di Giugliano in Campania dalla dottoressa Raffaella Salvarezza, conferma le prime ipotesi. Ovvero che l'assassino di Martina ha agito con rabbia, crudeltà e accanimento colpendo di spalle la ragazza per ucciderla. L'arma? Una pietra trovata nella casa diroccata del custode nell'ex stadio Moccia.

In particolare quattro le ferite, non tre come sostiene Tucci nell'interrogatorio di convalida, inferte sulla parte posteriore e frontale della testa di Martina. La prima sulla nuca, le altre sulla fronte quando ormai Martina era inerme. Altre tre sassate, insomma, sferrate con violenza inaudita su Martina. «Scatenava una forza micidiale contro la vittima - scrive il pm Alberto Della Valle - colpendola ripetutamente con un corpo contundente tipo pietra, anche dopo che, inferto il primo colpo, la stessa cadeva a terra».

Si attendono i risultati di alcuni esami eseguiti ieri in sede autoptica alla presenza dei consulenti di parte, i dottori Pietro Tarsitano e Omero Pinto nominati dall'avvocato Sergio Pisani per la famiglia Carbonara, e il medico legale Antonio Palmieri, delegato dall'avvocato Mario Mangazzo che difende l'accusato. L'autopsia ha inoltre rilevato una vasta frattura cranica con versamento di sangue, segno che la ragazza non è morta sul colpo. Difficile accertare se Martina fosse ancora viva quando Alessio la chiude nel vecchio armadio per poi ricoprirla con calcinacci e altra spazzatura per non farla ritrovare. Davanti al gip il 19enne dichiara che Martina, alla fine della mattanza, non respirava più. Affermazione smentita dall'importante emorragia accertata dal medico legale.

Vale la pena ricordare che Tucci confessa durante un primo interrogatorio in caserma, la notte del ritrovamento del cadavere, solo quando pm e carabinieri gli mostrano le immagini di lui e Martina mentre entrano nel caseggiato abbandonato. Ovvero quando il suo racconto, «dopo aver preso il gelato a corso Garibaldi ognuno per la propria strada», viene smontato. Va ricordato che per l'intera giornata di martedì partecipa alle ricerche della scomparsa con i genitori, piange e consola la mamma di Martina, entra in auto con il papà mostrandosi affranto e angosciato. Soprattutto, che Alessio cancella le chat sui due telefoni cellulari, spegne quello di Martina e lo nasconde in un'intercapedine per non farlo trovare.

I suoi errori? Aver lasciato a terra gli

occhiali di Martina, non aver considerato le telecamere sparse in città e che i loro smartphone, agganciandosi alle celle telefoniche in zona stadio, avrebbero fornito ai carabinieri la precisa mappatura dei loro spostamenti.

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