Stretta su autovelox e multe selvagge

Il decreto Salvini diventa legge: "Basta con la giungla". Ecco tutte le misure

Stretta su autovelox e multe selvagge
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Il decreto Salvini è realtà. La sicurezza resta prioritaria ma arriva l'ora dello stop all'utilizzo selvaggio degli autovelox da parte dei Comuni. E quindi alle multe a pioggia che vessano i cittadini. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva annunciato una stretta: promessa mantenuta. Oggi il testo è in Gazzetta ufficiale, tra quindici giorni sarà legge.

Per il vicepremier e leader della Lega, è un altro passaggio in cui «vince il buonsenso». «Dalle parole ai fatti», ha rivendicato il segretario del Carroccio, non nascondendo la sua soddisfazione. «Basta giungla» è il messaggio che deve arrivare alle amministrazioni.

Del resto è stato lo stesso Salvini a insistere, e molto, per il provvedimento. Per Simone Baldelli, responsabile per Fi del dipartimento per la tutela dei consumatori, il risultato è anche frutto della storica battaglia portata avanti dagli azzurri. Ecco le novità apportate dal decreto. Quelle che valgono sia per i dispositivi fissi sia per quelli mobili.

IL POSIZIONAMENTO

Gli autovelox non potranno più essere piazzati ovunque ma soltanto in quei «tratti di strada» che sono «individuati con un provvedimento del prefetto e segnalati almeno 1 chilometro prima fuori dei centri abitati», come spiega il Mit. I centri storici, cuori delle città italiane, saranno salvaguardati. I Comuni non avranno più piena libertà di installazione, com'è invece avvenuto sino a questo momento.

IL CRITERIO

I prefetti, attraverso una vera e propria relazione certosina, dovranno motivare l'individuazione di questo o di quel tratto di strada per un dispositivo. E tra le ragioni ci saranno di sicuro la velocità e le statistiche legate agli incidenti.

LA DISTANZA MINIMA

Sempre in relazione all'installazione, i misuratori di velocità non potranno più essere disposti in maniera troppo ravvicinata. Il decreto Salvini stabilisce una distanza «minima» e «progressiva». Serve un motivo concreto, dunque. E niente filotto di autovelox senza una causa che ne giustifichi la presenza.

I LIMITI

Attenzione poi alla questione legata ai limiti di velocità, il tema forse più complesso: se si tratta di una strada urbana, e il limite è più basso di 50km, niente autovelox.

Lo stesso discorso vale per le strade extraurbane. In questo secondo caso, però, bisognerà comprendere se il limite è più basso in relazione a quello che il Codice della strada predisporrebbe.

Il limite dev'essere più basso di almeno 20km/h. Insomma, se i limiti di velocità sono decisamente meno alti rispetto al previsto, niente misuratore di velocità.

LE TEMPISTICHE

Com'era pronosticabile, ai Comuni non è richiesto di applicare la normativa nell'immediato.

Le amministrazioni hanno un anno intero dall'entrata in vigore per regolarizzare le loro politiche sulle strade.

L'OBBLIGO DI SEGNALAZIONE

Come ha spiegato lo stesso vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini con un tweet su X, l'obbligo di segnalazione non riguarda soltanto le strade fuori dalle città, ma anche le altre tipologie.

«Tra i punti principali, i rilevatori di velocità saranno installati solo per prevenire incidenti: basta fare cassa sulla pelle degli automobilisti. Gli autovelox dovranno essere segnalati in anticipo: 1.000 metri sulle strade extraurbane, 200 sulle strade urbane a scorrimento e 75 sulle altre strade. Niente radar in città sotto i 50 Km/h», ha scritto.

IL DISPOSITIVO A BORDO

L'ultimo ma determinante aspetto del decreto riguardai cosiddetti «dispositivi a bordo di un veicolo in

movimento».

Con le nuove norme, sarà possibile usare quel tipo di tecnologia soltanto «se c'è la contestazione immediata». Altrimenti - continua il Mit - «dovranno essere scelte postazioni fisse o mobili, direttamente visibili».

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