Cronaca nera

Stuprata da tre atleti al raduno di scherma

La 17enne uzbeka denunciò la violenza 7 mesi fa. "Odio incontrarli". I ragazzi: "Mai compiuto abusi"

Stuprata da tre atleti al raduno di scherma

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Stordita con l'alcol e violentata in tre. Una storia drammatica accaduta a una plurimedagliata campionessa di scherma di 17 anni durante un ritiro a Chianciano Terme. Nonostante l'apertura di un'indagine, nulla, a distanza di 7 mesi, sarebbe accaduto ai responsabili. Nessun avviso di garanzia, nessuna sospensione da parte della Federazione italiana Scherma per i tre atleti della nazionale juniores.

Il legale della vittima, l'avvocato Luciano Guidarelli, ha più volte chiesto di essere ricevuto dal presidente della Fis Paolo Azzi. Senza risultati. Almeno fino a quando la notizia non esce su un quotidiano, il Messaggero, provocando la reazione della Fis. Insomma, da una parte l'inchiesta della Procura di Siena ferma da mesi, dall'altra il silenzio della Federscherma. Anna, nome di fantasia, è un'atleta che gareggia con la bandiera dell'Uzbekistan. Una fuoriclasse nella sciabola, al primo posto nella classifica mondiale della sua categoria. A Chianciano la sera tra il 4 e il 5 agosto Anna si concede una birra e un paio di shottini, ricostruisce il Messaggero. Dopo c'è solo il buio per quello che accade in camera. Si risveglia piena di dolori, un ragazzo nudo nel letto, altri due in stanza che fanno battute. La soccorre una compagna di squadra. Anna chiama, piangendo, la madre. La donna parte da Roma per riprendere la figlia sotto choc. Anna viene portata al pronto soccorso di Frascati, dove si allena con i tre aggressori, da qui trasferita al Bambino Gesù dove viene medicata. Il 7 agosto i dolori non passano e viene portata al San Giovanni Addolorata, dove le viene somministrata la pillola del giorno dopo. Il referto medico conferma. La famiglia sporge denuncia in Questura, a San Vitale. La polizia invia l'informativa urgente in Procura: «È un codice rosso» dicono. Il fascicolo per competenza finisce alla Procura toscana per i due maggiorenni. Le indagini vanno avanti ma a oggi non viene preso alcun provvedimento per i tre indagati. «Me li ritrovo, faccia a faccia in gara» racconta Anna. Umiliazioni e sofferenze senza fine. Le richieste di allontanamento in via cautelare o di restrizione restano lettera morta. «In passato - ricorda il legale - per altri casi la Federazione si è mossa immediatamente».

I tre ragazzi di dichiarano innocenti e il loro avvocato, Enrico De Martino, chiede «attenzione e rispetto per una vicenda delicata e dolorosa per tutti». In una nota la Fis precisa di aver «tempestivamente avuto confronti diretti con la magistratura per conoscere gli sviluppi dell'attività investigativa, nel rispetto del segreto istruttorio. Sulla base di tali informazioni acquisite la Federazione ha risposto all'avvocato della denunciante, depositando anche la nomina della Federazione per una costituzione di parte civile». «Se il fatto sarà accertato - spiega il presidente della Fis, Paolo Azzi - sarebbe di estrema gravità e come Federazione saremmo parte offesa, pronti a costituirci in caso di processo. Su questa vicenda c'è l'obbligo di mantenere le indagini coperte dal segreto. Ci siamo tenuti i più discreti possibile pur informando la Procura federale.

Sono passati mesi ma non abbiamo notizie».

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