I russi hanno trasformato Mariupol in un girone dell'inferno dantesco. In effetti c'è davvero della «matta bestialità» in ciò che l'armata di Putin è riuscita a scatenare a Mariupol nelle ultime 24 ore. La città è sotto continui bombardamenti, lo denuncia il vice sindaco Sergiy Orlov su Facebook, parlando di 1.300 persone uccise e 47 sepolte in una fossa comune. La città è senz'acqua, luce e gas, con gli abitanti costretti a bere neve scongelata e scaldarsi bruciando la legna. Per non parlare dei 3mila neonati privati di cibo e medicine. «Tutto questo è medievale, è un puro genocidio», scrive Orlov. Le scorte alimentari si esauriranno al massimo entro cinque giorni.
In uno dei numerosi raid aerei i russi hanno anche distrutto un ospedale con reparti maternità e pediatrici. Molte donne sono rimaste ferite e uccise, fanno sapere fonti della polizia. Sotto le macerie ci sarebbero donne incinte. Il presidente ucraino Zelensky ha pubblicato un video dell'attacco su Twitter: «Ci sono bambini sotto le macerie. Questa è atrocità!». Le foto e i video che stanno circolando in rete sono un pugno nello stomaco. «È orribile vedere l'uso barbaro della forza contro civili innocenti», ha aggiunto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki.
È l'intero Paese ad aver subìto ieri forse il più vasto assalto di Mosca dall'inizio dell'invasione. L'ultimo aggiornamento dello Stato Maggiore parla di blitz aerei e missilistici a Nord e nel Nord Est, con operazioni di combattimento a Polisky e Volyn, nelle aree di Nizhyn, Ivanytsia, Trostyanets e anche nella città di Chernihiv, dove i russi hanno sparato ai civili che a piedi stavano abbandonando il centro abitato. A Sud, secondo i militari ucraini, continuano le operazioni per mettere in sicurezza aeroporti e infrastrutture cruciali. Almeno 10 persone sono morte in seguito a bombardamenti sulla città di Severodonestk, nella provincia di Lugansk Oblast, mentre purtroppo è salito a 4 il numero dei bambini rimasti uccisi nell'attacco avvenuto la scorsa notte a Sumy, nel Nord Est. Il bilancio complessivo è salito così a 22 vittime.
Sempre nel Lugansk, i russi hanno privato di energia elettrica una cinquantina di località. Dall'inizio del conflitto, è stata spenta la luce a quasi il 40% della popolazione ucraina. Sirene antiaeree hanno risuonato nelle città di Kharkiv, nell'Ucraina orientale, e Vinnytsia, nella parte centrale, così come a Kramatorsk e Sloviansk. Proprio a Kharkiv, a seguito dei bombardamenti, l'edificio della direzione della polizia nazionale è stato distrutto. Il bilancio è di 4 morti e 15 feriti. Nella medesima area le truppe ucraine hanno neutralizzato un convoglio proveniente dalla Russia che trasportava attrezzature per le forze di sicurezza nemiche. Unità russe sono entrate nella regione di Kherson e hanno arrestato più di 400 cittadini che stavano manifestando contro l'occupazione. Sono ore terribili anche per la città di Okhtyrka nella regione di Sumy, dove si trova il gasdotto di distribuzione più importante dell'Ucraina. A seguito dei bombardamenti non esistono quasi più aree edificate, come si vede nelle foto postate dal sindaco Kuzmenko. In tarda serata un nuovo attacco aereo si è scatenato su Zhytomyr e Mykolayiv.
Nei territori di mare i russi lanciano missili, ma sequestrano anche navi. È il caso della Sapphire, potente imbarcazione di salvataggio che da Odessa è stata dirottata a Sebastopoli. Non è chiaro se i russi intendano invadere Odessa, circondarla o annientare le installazioni militari e navali. Non si può escludere che nei piani di Putin sia previsto un corridoio che unisca la Crimea alla Transnistria. Dalle parti di Tiraspol, i russi hanno circa 2mila soldati. A soli 10 km dal confine con l'Ucraina. Alcuni analisti sostengono che quello potrebbe essere il quarto fronte dell'avanzata.
Dall'inizio del
conflitto almeno 516 civili sono rimasti uccisi e altri 908 feriti. Lo riferisce l'ufficio dell'Alto commissariato dell'Onu per i diritti umani, che nel precedente bilancio di martedì parlava di 474 vittime e 861 feriti.
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