Mondo

"Subito i fondi Recovery ma solo ai primi che presentano i piani"

Le regole di Bruxelles: "Chi è pronto avrà subito 45 miliardi". Incognita tedesca sulla partenza

"Subito i fondi Recovery ma solo ai primi che presentano i piani"

«Chi prima arriva, prima è servito». Il commissario europeo al Bilancio, il tedesco Johannes Hahn, presentando il Recovery Fund ha sintetizzato in un'immagine icastica la filosofia che ispirerà l'erogazione di sussidi a fondo perduto (grants) e finanziamenti (loans). In particolare, gli Stati dell'Ue che si vedranno approvare per primi i Piani nazionale di ripresa e resilienza potranno ricevere «il pre-finanziamento del Next Generation Eu, pari al 13% dell'ammontare che spetta a ogni Stato in luglio» e gli altri in una seconda tranche «a settembre». Il 13% del pre-finanziamento ammonta «a circa 45 miliardi di euro».

I Paesi sono chiamati a presentare i piani entro aprile e toccherà poi a Commissione e Consiglio Ue valutarli nell'arco di tre mesi. I tempi, in realtà, dovrebbero essere più brevi dal momento che i termini precisi della partenza dell'operazione sono stati preventivamente concordati tra i governi e Bruxelles. Si partirà da luglio se non ci saranno intoppi sulle ratifiche da parte degli Stati dell'aumento delle risorse proprie del bilancio Ue che costituisce la copertura delle emissioni di bond. Al momento mancano all'appello dieci Paesi: Germania, Estonia, Polonia, Ungheria, Austria, Finlandia, Romania, Paesi Bassi, Irlanda e Lituania. Ma è sulla Germania che si punta la massima attenzione, in attesa della sentenza della Corte costituzionale sul ricorso contro l'aumento delle risorse proprie della Ue. Affinché il Recovery Fund possa partire occorre la ratifica da parte di tutti i 27 Stati dell'Unione europea.

Ai valori attuali Next Generation Eu è di oltre 50 miliardi superiore al dato di 750 miliardi a prezzi 2018. Per quanto riguarda la facility per ripresa e resilienza, che costituisce il perno dell'intera operazione, ai valori correnti si tratta di 723,8 miliardi di cui 337,9 per prestiti agli Stati e 385,8 miliardi per sovvenzioni (per quanto concerne le sovvenzioni la quota dell'Italia è 68,9 miliardi, preceduta in valori assoluti dalla Spagna con 69,5 miliardi dopo l'aggiornamento dei calcoli sulla base delle condizioni economiche).

I 45 miliardi circa di pre-finanziamento del Recovery Fund agli Stati «possono essere raccolti» dalla Commissione Ue sui mercati «in due mesi, se cominciamo a luglio finiremo a settembre, poi dipenderà dai tempi per approvare i piani nazionali di ripresa e resilienza», ha aggiunto Hahn precisando che la capacità di raccolta mensile prevista è di 15-20 miliardi. Il tasso delle emissioni obbligazionarie per Next Generation Eu di questa estate è atteso negativo «cosa che è considerata probabile o positivo», ha proseguito il commissario. «Il 30% del fondo sarà raccolto sui mercati dei capitali tramite obbligazioni verdi», ha spiegato in un tweet il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen rimarcando che «gli investitori internazionali sapranno che, se investono in Europa, investono nella salute del nostro pianeta».

A questo proposito il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, presentando il Rapporto 2020 dell'Eurotower ha sottolineato che la Banca centrale europea «da sola non può sostenere la ripresa dell'economia (in un anno il suo bilancio si è espanso di 2.300 miliardi; ndr) : serve una rapida approvazione del Recovery Fund da cui si attende una spinta al Pil del 5%».

Ovviamente, dipende da chi arriverà per primo.

Commenti