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Il successo di Wordle, passatempo milionario finito in mano al "Nyt"

Il New York Times investe una cifra a 7 zeri per averlo. Il segreto? La felicità (e la dipendenza...)

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Indovinello per abili solutori: è una cifra a sette zeri, ma nella parte bassa della scala dei numeri. Diciamo che è un po' come il quesito della Susi, bisogna forse aspettare il prossimo numero per svelare il mistero. Ma di sicuro c'è già qualcuno che ha vinto e si chiama Josh Wardle, un ingegnere software di Brooklyn, che per amore del suo partner ha inventato nell'ottobre 2021 Wordle, un gioco enigmistico di quelli che ormai ci fanno impazzire sui nostri smartphone e che è finito diritto nell'apposito canale del New York Times. Risultato: quei sette zeri (epperò nella parte bassa, si affrettano a chiarire) sono finiti in dollari nel suo conto corrente.

Li chiamano mind games, non sono altro dei passatempi che aiutano noi ad essere felici e chi li inventa a diventare più ricco. Sono una calamita inarrestabile, e basta provarci una volta (in questo caso lo scopo è indovinare una parola di 5 lettere in soli 6 tentativi, e se sbagli torni dopo qualche ora) per restare incollati per sempre. Per esempio: il sottoscritto è arrivato al livello 2884 di Farm Heroes. E quando ha iniziato il Covid era ancora un futuro da film.

Succede per caso, insomma, continua per dipendenza. Anche se non c'è nulla di male: è stato provato infatti che questi giochi attivano la dopamina che c'è in noi, e il sentirsi successivamente capaci, sempre più pratici, ormai esperti e assolutamente padroni del meccanismo, praticamente invincibili, crea quello che gli psicologi chiamano effetto flow. Insomma, felicità pura. Con il problema che chi non si trattiene (tranquilli, il sottoscritto lo fa) finisce come quel tipo che si è ritrovato a spendere 2300 euro in un giorno per acquistare gli aiuti di Candy Crush. Dicono che sia un boost per l'autostima, ma a certi prezzi forse è meglio di no. Anche perché grafica, punteggi, incentivi e messaggi motivazionali di queste app, sono fatti apposta per spingere il giocatore fino alla cima. Quando poi quell'effetto flow di cui sopra dura giusto l'attimo che serve a far ricrollare l'umore al primo errore, per rimettere in circolo il loop delle nostre emozioni. E del loro denaro.

Niente di nuovo comunque: già nell'antichità per dire ci pensava la Sfinge a sfidare il cervello di chi passava di lì. Solo che lei divorava coloro non trovavano la risposta (ovvero tutti), fino a quando non è arrivato Edipo con la risposta esatta all'indovinello «chi, pur avendo una sola voce, si trasforma in quadrupede, bipede e tripede?» (pensateci intanto). In pratica: la storia dell'enigmistica viene da lontano e va nel futuro, passando per Galileo (che quando scoprì gli anelli di Saturno mandò il seguente messaggio cifrato a Giuliano de' Medici: smaismrmilmepoetaleumibunenugttaurias, ovvero l'anagramma di altissimus piantema tergemnimum observari), per arrivare appunto alla Susi e alla Settimana Enigmistica dei giorni nostri. Essa stessa un vero mistero: vende ancora circa 300mila copie a settimana, ci lavorano circa una trentina di dipendenti senza volto in una sede che non si può visitare, non accetta pubblicità nonostante le pressanti richieste. Perché in pratica non ne ha bisogno (e lo sapete che la foto di copertina è maschile nei numeri pari e femminile in quelli dispari?).

Così ecco spiegato il successo, in versione digitale, di Wordle, che nel primo mese di vita ha registrato 300mila iscritti ed ora è già agevolmente oltre il milione. Il motivo per cui il New York Times ha speso quei sette zeri per averlo è inserirlo nel suo calderone a pagamento (anche se World per il momento resterà gratuito) di cruciverba, puzzle, rebus e quant'altro. Che nel 2021 ha ricevuto più di mezzo miliardo di visite. «Se sei come me, probabilmente ti svegli ogni mattina pensando a Wordle, e assaporando quei preziosi momenti di scoperta, sorpresa e realizzazione - ha detto Jonathan Knight, direttore generale del settore Games del media americano - Il gioco ha fatto quello che pochi giochi hanno fatto: ha catturato la nostra immaginazione collettiva e ci ha portato tutti un po' più vicini». Soprattutto al risultato di quell'indovinello iniziale dei sette zeri, per il quale più che abili solutori bisogna essere molto scaltri. A trovare la soluzione finale.

Ps.

La Sfinge aveva capito tutto: è l'uomo.

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