Ma sui Pd collusi l'Antimafia non dice nulla

di Felice Manti

Il Pd si ricorda dell'Antimafia solo per censurare Bruno Vespa. L'intervista, piaccia o no, è giornalismo. Alla politica spetta il compito di lasciare i boss fuori dalla stanza dei bottoni. Le mafie non stanno né a destra né a sinistra. Stanno con chi vince, e provano a dialogare anche con il partito di Beppe Grillo, come si è visto a Quarto. Nel Sud che il premier Matteo Renzi dice di amare gli esempi di amministrazioni Pd colluse con le cosche sono tante. Come a Rende, feudo del sindaco Pd Sandro Principe, grande sponsor del governatore democrat Mario Oliviero, arrestato perché tramite una coop il Comune - non commissariato per le pressioni che mezzo Pd ha fatto sul Viminale - stipendiava il figlio del boss. Anche la Roma guidata da Ignazio Marino si doveva sciogliere per mafia.

Al processo Aemilia per le infiltrazioni della 'ndrangheta nella regione rossa per eccellenza alla sbarra c'è un modello di convivenza mafie-Pd-coop rosse che si era già visto a Ischia con l'inchiesta sulla coop emiliana Cpl Concordia. Tra i Comuni finiti nel mirino c'è anche Reggio Emilia.

E non è un caso se nella cloaca dei veleni legati al caso Guidi-Basilicata uno degli intercettati ricordi che ci potrebbero essere delle foto dell'ex sindaco reggiano Graziano Delrio (che però in commissione non vuol andare) con qualche 'ndranghetista. Ma non ditelo alla Bindi...

Twitter: @felfauman

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