Era il volto triste della monarchia arancione, la più repubblicana d'Europa. Era la cognata reale dell'altro mondo, aveva 33 anni, era ossessionata dalla bilancia, indebolita dalla depressione. E se n'è andata, uccidendosi - almeno così pare - a Buenos Aires, l'altra notte.
Si chiamava Inés Zorreguieta ed era la sorella di Màxima, moglie di Guglielmo Alessandro d'Orange-Nassau, diventato re dei Paesi Bassi cinque anni fa, il 30 aprile 2013, al momento dell'abdicazione della mamma Beatrice, regina da trentatré anni. Il suo corpo è stato trovato mercoledì sera nel suo appartamento di calle Río de Janeiro, tra i quartieri di Almagro e Caballito. I poliziotti hanno lavorato per ore in cerca di indizi per capire le cause della morte e dalla procura della capitale argentina, che indaga sul decesso, non trapela nulla. Una fonte vicina alla corona olandese avrebbe però riferito a un giornalista della Naciòn, uno dei più importanti quotidiani argentini, che tratterebbesi di suicidio.
Alla importantissima sorella Inés era legatissima malgrado i tredici anni di differenza. Màxima aveva cercato più volte di convincere Inés a trasferirsi ad Amsterdam. Ma quest'ultima aveva sempre rifiutato di lasciare per sempre la sua Buenos Aires, dove il presidente Mauricio Macri le aveva trovato un lavoro nella direzione generale amministrativa del Consiglio nazionale di coordinamento delle politiche sociali della presidenza della Repubblica. Una sorta di raccomandazione che tante polemiche aveva provocato in Argentina: perché Inés - laureata in Psicologia all'università di Belgrano dopo essersi diplomata al collegio Palermo Chico - non avrebbe posseduto gli skills necessari per quel posto da dirigente pubblico. Se non il fatto di avere parentele molto altolocate.
Inés però amava il basso profilo. Era un tipo tormentato, le cronache si occupavano di lei più che altro per la sua salute sempre delicata. La giovane infatti secondo molti giornali popolari soffriva di disturbi psichici, tra i quali le ossessioni alimentari come la anoressia che l'aveva scarnificata per diversi anni. Dicono che il peggio da qualche tempo fosse passata, ma evidentemente i suoi fantasmi non erano stati sfrattati.
Inés era un'artista mancata. Cresciuta com'era nel culto della musica pop anni Ottanta tanto amata dai fratelli più grandi (tra i quali Màxima), suonava la chitarra e cantava. Qualcuno ricorda ora una sua esibizione in un piccolo festival di voci nuove che si tenne quattro anni fa in un ristorante di Buenos Aires. Cantò i Batles, i Led Zeppelin, i Doors, Jimi Hendrix.
Inés era la cocca di Màxima, che la chiamava Inesita. Aveva vissuto da protagonista e confidente la love story della sorella con l'allora principe Guglielmo Alessandro, che si erano conosciuti nel 1999. Secondo il libro Máxima, una historia real, biografia non autorizzata della regina, quando Inés arrivò in Olanda per le nozze principesche tra Màxima e Guglielmo Alessandro, nel 2002 (alle quali papà Jorge non venne invitato perché l'Olanda non gradiva sul suo territorio un ex ministro del despota Videla), era una sedicenne inquieta e timida, già in lotta con qualche chilo di troppo. «Andò in Olanda con uno studiato look dark che terrorizzò María Pame (la madre di Inés, ndr) e preoccupó alcuni consiglieri della corona.
Máxima, amabile e perentoria, avvertì che non la prendessero in giro». E Inés qualche giorno dopo interpretò alla perfezione in ruolo di testimone di nozze della sorella alla Nieuwe Kerk di Amsterdam.La regina ha annullato tutti gli impegni dei prossimi giorni.
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