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Sul decreto Liquidità è battaglia. Fi: più tempo per pagare le tasse

Gli emendamenti azzurri su fisco e prestiti. Tajani: i soldi del Mes servono. Salvini difende il settore auto

Sul decreto Liquidità è battaglia. Fi: più tempo per pagare le tasse

Il decreto Liquidità presenta ancora molte difficoltà per le imprese, le famiglie, le scuole paritarie, che hanno annunciato uno sciopero per il 19 e 20 maggio perché non riescono «più a pagare gli stipendi». Sono le principali questioni poste da Fi e dall'opposizione. Sul fronte europeo c'è la richiesta di Antonio Tajani, vicepresidente azzurro ed europarlamentare, di non lasciar cadere i 37 miliardi per la sanità che l'Ue ha reso disponibili attraverso il Mes, il Fondo Salva Stati. Poi la telefonata tra Berlusconi e la Meloni in vista di un possibile impegno comune per il 2 giugno in piazza. Infine l'invito a vigilare contro ogni discriminazione sessuale, rilanciato anche dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, in occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia. Sono molti i fronti aperti in questa vigilia della fase due, animata in Forza Italia e nell'intero centrodestra soprattutto dalle preoccupazioni economiche.

Si annuncia tribolato il passaggio alle Camere del decreto Liquidità. Sono le opposizioni a chiedere modifiche importanti, ma anche nella maggioranza non manca il malcontento. Alle tre del pomeriggio di ieri, cioè domenica, i parlamentari hanno iniziato a votare in commissione Finanze e Attività produttive sugli emendamenti. Ne erano stati presentati 2.800 di cui 1.000 della maggioranza e la maggioranza, oltre tutto, non ha ancora il parere del Tesoro. Per accelerare i lavori ogni gruppo ha poi segnalato gli emendamenti più importanti, che così sono stati ridotti a 750, ma restano in ogni caso in un numero sproporzionato.

Sestino Giacomoni, vicepresidente della commissione Finanze alla Camera e membro del coordinamento di presidenza di Forza Italia, spiega: «Ogni emendamento rappresenta un tentativo di mettere una toppa a una delle tante falle che impediscono alle risorse stanziate di affluire verso famiglie e imprese». Tra le richieste di Fi allungare i tempi dei prestiti da 6 a 10 anni, fissare un tetto massimo per gli interessi anche sopra i 25mila euro e spostare tutti i pagamenti di tasse e accertamenti fiscali alla fine del 2020, prevedendo rateizzazioni a 10 o 20 anni.

La Lega è concentrata sulla difesa del settore auto. «Il governo dimentica l'automotive» continua a ripetere Matteo Salvini. Il segretario della Lega è intervenuto anche sulle paritarie: «Non sono scuole per ricchi. Siamo al loro fianco nello sciopero». Ma è soprattutto Mariastella Gelmini, capogruppo dei deputati azzurri, a concentrarsi sulle paritarie, fortemente penalizzate e la cui stessa esistenza in molti casi è in pericolo: «È in discussione il principio costituzionale di libertà di educazione. Per queste importanti realtà zero risorse e nessun aiuto. Se non si interviene subito tanti istituti saranno costretti a chiudere e tante famiglie dovranno modificare il percorso formativo dei propri figli. Forza Italia darà battaglia in Parlamento». Fdi ribadisce che nel decreto «c'è poco o niente per le famiglie italiane». Sulla manifestazione di piazza annunciata da Fdi e Lega per il 2 giugno Fi non ha ancora preso posizione perché attende di conoscerne i contenuti.

Forza Italia, a differenza di Lega e Fdi, insiste per ricorrere al Mes. Spiega Tajani a Punto Europa su Rai 2: «Abbiamo bisogno di liquidità e i 37 miliardi del Mes sono soldi che arriveranno a costo zero, molto di meno del prezzo normale, tempo di restituzione 10 anni, unico vincolo utilizzarli per la sanità.

Con questi soldi potremmo investire sulle infrastrutture ospedaliere ora sono in stato pessimo».

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