Puntuale, a ogni tabù abbattuto, la rete si rivolta contro il partito che, attraverso il web, avrebbe dovuto creare un nuovo tipo di democrazia. E non poteva essere altrimenti nel caso della distruzione del totem più rappresentativo della giovane storia politica del M5s: la Tav, a cui il governo Conte si accinge a dare il lasciapassare. Il piccolo caso di giornata è la sparizione dalla home del Blog delle Stelle del post firmato dal capo politico Luigi Di Maio dove si ribadiva l'opposizione all'opera. L'articolo si può trovare cercando sui motori di ricerca ma non scorrendo il sito ufficiale dei pentastellati. Walter commenta sul Blog: «Avete tolto il post sulla Tav! In un giorno avete rovinato tutto. Non riorganizzatevi, tempo perso: siamo finiti». Giorgio Masari scrive: «Democrazia secondo la Casaleggio associati (quelli che non hanno nessuna influenza sul Movimento): sparito il post sulla Tav. Ora mi aspetto una rapida bannatura dopo che qualche talebano mi risponde: e allora il Pd e la Lega?». Marco Rivetti, anche lui registrato sul Blog del M5s, entra nel merito: «Stiamo assistendo al funerale del movimento, risparmiatevi la riorganizzazione, ormai con il sì al Tav e mandato 0, potete fare a meno di sta menata di Rousseau, fra una manciata di anni il movimento avrà lo stesso peso politico di Liberi e uguali». Ma è sul profilo Facebook di Luigi Di Maio che si scatena la vera guerra della base. «Lasciamo votare il Pd insieme alla Lega e Forza Italia? Un suicidio», scrive Andrea Severini, marito di Virginia Raggi. Fabrizio Ripamonti la butta sui paragoni comici: «Neppure Gino e Michele avrebbero potuto reggere il vostro passo. Oltre Zelig. PS: la vostra analisi costi-benefici era quindi falsa? Chiedo per un amico magistrato». L'escamotage del capo politico Luigi Di Maio di far votare il Parlamento sulla Tav è uno dei punti che più fa arrabbiare gli attivisti: «Se il M5s al governo è davvero NO TAV, dimissioni di tutti i nostri ministri domani mattina. Attendere il voto, scontato, del Parlamento è una carnevalata che faremmo ben volentieri a meno di vedere», si sfoga Giuseppe Settanta. Jacopo Piletti si allena, nell'esercizio ormai ripetitivo, dell'elenco di tutti i capisaldi grillini traditi: No tav sì tav, No tap sì tap, No euro sì euro, No al governo con la lega sì al governo con la lega, No a tre mandati si a tre mandati, To be continued». Però il più arrabbiato di tutti è Paoletto Cosenza, che si rivolge così a Di Maio: «Ma quando ci libererai della tua inutile presenza? Hai tradito su tutta la linea. Sei neanche l'ombra del bravo ragazzo che eravamo abituati ad ascoltare. Hai perso umiltà, sei diventato un antipatico di prima categoria sconfessando la linea del M5s, a mai più, traditore degli elettori.
PS: Il garante è ancora vivo???» Francesco Cappucci coinvolge anche il premier Conte: «Abbiate il coraggio di dimettervi tutti, in primis Conte e poi il Giggino. Stai distruggendo il movimento per mantenere la tua poltrona. Ripeto andate a casa tutti». Più chiaro di così...
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