"Sulla scuola nessun rinvio". I renziani minacciano la crisi

Faraone (Iv): se il governo propone lo slittamento votiamo contro. Il M5s: vogliono prendersi l'Istruzione

"Sulla scuola nessun rinvio". I renziani minacciano la crisi

Il governo Conte rischia la crisi sulla riapertura delle scuole. Lo strappo arriva da Italia viva: i renziani minacciano l'addio alla maggioranza giallorossa se gli istituti scolastici non riapriranno il prossimo 14 settembre. È Davide Faraone, senatore e capogruppo di Iv a Palazzo Madama, che piazza la bomba sotto l'esecutivo: «Vedremo quale sarà l'esito dell'avvio dell'anno scolastico. Una cosa che per noi sarà improponibile, lo dico con chiarezza, è che ci si proponga il rinvio dell'inizio dell'anno scolastico. L'avvio dell'anno scolastico per noi è determinante per la misura della qualità di questo governo», attacca nel corso del programma tv Agorà estate. «Se ci sarà proposto - continua il renziano - metteremo in campo tutte le iniziative parlamentari per evitare il rinvio. Le occuperemo quelle scuole più che accettare un provvedimento di questo tipo. Non sosterremo mai un ministro o un governo che propone di rinviare l'avvio della scuola». Parole che infiammano la maggioranza: il capitolo scuola continua a creare tensioni. Italia viva mette nel mirino anche Agostino Miozzo, coordinatore del comitato tecnico scientifico: «Non ha alcun titolo per decidere sulla riapertura, decide il parlamento che è sovrano», rincara Faraone. La poltrona del ministro grillino dell'Istruzione Lucia Azzolina è sempre più traballante.

Ma i Cinque stelle alzano un muro. Per i grillini lo scontro sulla riapertura è un pretesto per mettere le mani sul ministero dell'Istruzione: «Italia Viva pur di conquistare il ministero dell'istruzione a scapito di un alleato di governo ogni giorno butta nel caos milioni di famiglie creando allarmismi inutili per un titolo sui giornali. La scuola aprirà il 14 settembre perché l'Italia è seria e responsabile», ribatte in un tweet il grillino Luigi Gallo, presidente della commissione Cultura e Istruzione della Camera dei deputati. Accuse e veleni non si fermano per l'intera giornata. «Le scuole riapriranno il 14 settembre, come già detto più volte. Si tratta dell'obiettivo più importante su cui si sta lavorando in queste settimane». Nessuno spazio a illazioni o bufale su tempi e modalità. Chiediamo a tutte le forze politiche, soprattutto a quelle di maggioranza, di collaborare», rilanciano i membri del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione al Senato. Appello che cade nel vuoto perché a stretto giro arriva un nuovo attacco da Iv: «Sulla scuola si sta facendo solo tanta, troppa confusione» scrive Gabriele Toccafondi, capogruppo in commissione Cultura alla Camera. Nel governo è in atto una guerriglia a tutto campo. La riapertura il 14 settembre resta un'incognita.

Il ministro mette le mani avanti: «Vogliamo riaprire le scuole, ma anche evitare che richiudano. Stiamo facendo i salti mortali» dice Azzolina in un'intervista al settimanale Oggi. «Chi conosce la scuola sa che è un sistema molto complesso e con grandi differenze. E il ministero ha competenze relative. Eppure, ci ho sempre messo la faccia. Non servono messaggi apocalittici che spaventano le famiglie». Poi scarica la colpa sugli Enti locali: «Serve uno scatto decisivo da parte di Comuni e Province, che sono i proprietari degli edifici scolatici. Hanno avuto risorse e poteri straordinari».

Nella polemica si infila l'opposizione chiedendo la testa della titolare della scuola: «Dell'incapacità del ministro si è detto e quanto accaduto al Senato riguardo il decreto scuola certifica l'esponente cinquestelle come il

peggior ministro di questo governo. Adesso però il rischio che corre tutto il settore scolastico è gravissimo»: è l'affondo il senatore di Fratelli d'Italia, Antonio Iannone, capogruppo in commissione Istruzione in Senato.

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