«L'autonomia è una cosa molto complicata da attuare, e qui in Veneto la gente ha un'aspettativa molto alta». Sono queste le prime parole che l'assessore regionale veneta Elena Donazzan consegna al Giornale. Quasi a smorzare gli entusiasmi per l'arrivo a Palazzo Chigi della prima bozza d'intesa tra governo e regioni dopo il plebiscito del referendum del 22 ottobre dell'anno scorso. Donazzan, 46 anni di Bassano del Grappa, provincia di Vicenza, è la titolare di Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità nella giunta guidata dal leghista Luca Zaia. Ma non è iscritta a nessun partito politico, dopo essere uscita da Forza Italia e aver fondato l'associazione «Amo il Veneto». Si dice si stia avvicinando man mano a Matteo Salvini, ma non si fida troppo degli alleati di governo del M5s, almeno per quanto riguarda il tema dell'autonomia.
Assessore Donazzan, è soddisfatta dell'approdo in Consiglio dei Ministri dell'accordo sull'autonomia?
«Quello di venerdì è sicuramente un primo passo importante, bene aver stabilito un cronoprogramma per la firma definitiva dell'intesa il 15 febbraio, ma bisogna andare cauti perché la realizzazione di quella rivoluzione votata dai cittadini veneti non è semplice da concretizzare. A livello burocratico non sarà facile passare al nuovo sistema».
Perché per i veneti è una questione così importante?
«L'importanza è dimostrata dalla grande partecipazione al referendum dell'anno scorso. E poi vogliamo liberarci dal paradosso per cui ci sono regioni a statuto speciale, super autonome, come la Sicilia, che hanno dei risultati di efficienza minimi e altre, come la nostra, che con uno status ordinario mostrano comunque prestazioni eccellenti».
Si fida del M5s al governo?
«Dobbiamo fidarci per forza (ride). Comunque la volontà politica di arrivare all'autonomia c'era anche da parte del governo Gentiloni. Ora con la Lega al comando speriamo in un'accelerazione del processo, c'è da dire che sicuramente si tratta di una maggioranza innaturale che si regge su quello che è scritto nel contratto. E l'autonomia va fatta perché è nel contratto, se il M5s ha dei problemi deve risolverli prima con i Cinque Stelle veneti, che hanno appoggiato il referendum».
Sarebbe stato più facile con un governo di centrodestra?
«Beh, sicuramente sarebbe stato più semplice con un governo classico di centrodestra, con Lega e Forza Italia. Ma, dopo il 4 marzo, questa era l'unica maggioranza possibile. Per Salvini, comunque, l'autonomia è un passaggio obbligato per tenere insieme la sua svolta nazionale con le roccaforti leghiste tradizionali».
Dopo il Consiglio dei Ministri di venerdì il premier Conte ha detto: «Sono garante della coesione nazionale, non sarà
un percorso che arricchirà il Nord a scapito del Sud». Vede del cerchiobottismo in queste parole?«Spero solo che dietro non ci sia il solito retropensiero del Nord egoista che vuole tenersi tutti i soldi per sé».
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