Superbonus 110%, verso lo sblocco della cessione crediti

Il governo fa una parziale marcia indietro e prova a mettere una pezza sulla tormentata uscita dal Superbonus 110%.

Superbonus 110%, verso lo sblocco della cessione crediti

Il governo fa una parziale marcia indietro e prova a mettere una pezza sulla tormentata uscita dal Superbonus 110%. Infatti, con un emendamento al dl Aiuti depositato presso le commissioni Bilancio e Finanze della Camera, l'Esecutivo propone di ampliare la platea a cui è possibile cedere il credito fiscale «a soggetti non rientranti nella definizione di consumatori o utenti», che «abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la stessa banca cedente». La modifica, si legge nella relazione illustrativa, «supera» il dl del 17 maggio 2022 in base al quale le banche potevano cedere solo a «clienti professionali». Tradotto: si potranno cedere i crediti a società, professionisti e partite Iva con la sola esclusione dei privati. L'intento è riattivare la cessione dei bonus, che si era inceppata creando allarme tra le imprese. Su questo punto la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha avviato un'indagine sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi. Lo ha fatto «a seguito di numerose segnalazioni ed esposti ricevuti», e invierà alle 11 principali banche nazionali, più Cdp e Poste, un questionario che aiuterà a capire la reale situazione dei crediti da bonus edilizi. Le banche dovranno rispondere entro l'11 luglio.

Il problema è reale: secondo i dati diffusi da Confartigianato, infatti, se le piccole imprese non potranno incassare i 5,2 miliardi di crediti fiscali per lavori incentivati dai bonus edilizia si perderanno 47mila posti di lavoro. A fronte dei 5.175 milioni di euro incagliati nei cassetti fiscali delle imprese - di cui 3.684 milioni (il 71,2%) per il superbonus e 1.491 milioni (28,8%) per gli altri bonus edilizi - la loro inesigibilità costerebbe la perdita di 46.912 addetti nelle micro e piccole imprese sui 116 mila posti creati tra il primmo trimestre del 2021 e quello del 2022.

«Il blocco del Superbonus scaturito dagli interventi correttivi del governo sta avendo un effetto devastante sull'economia», è l'allarme di Federico Iadicicco, presidente nazionale di Anpit - Azienda Italia, l'Associazione Nazionale Per l'Industria e il Terziario. «Il 110% va portato fino a scadenza, ampliando il meccanismo delle cessioni del credito per permettere alle Pmi che hanno lavori già avviati e in corso di sbloccare i cantieri».

«Voglio ricordare che la legge di Bilancio 2022 ha disposto la proroga sino a tutto il 2025» a fronte di interventi di efficientamento energetico e miglioramenti «ai fini antisismici nelle aree colpite dal terremoto», scrive, in una nota, Sergio Pirozzi, già sindaco di Amatrice e consigliere regionale del Lazio. «Mi auguro che la misura non sia cancellata con un colpo di spugna», ha detto.

I malumori sono anche politici, con il Movimento 5 Stelle contrariato dalla presa di posizione così netta del governo su una misura che considera sua. Il ministro Pd del Lavoro e delle politiche Sociali, Andrea Orlando, ha provato a stemperare: «Va trovata una soluzione, si può fare un'uscita graduale e morbida» dal Superbonus 110%.

E animi più che agitati si sono registrati anche in Parlamento con i deputati di «Alternativa» che hanno occupato il banco della presidenza della sala Mappamondo di Montecitorio ostacolando, di fatto, la ripresa dei lavori sul Dl aiuti.

I parlamentari hanno esposto, in segno di protesta, uno striscione con la scritta «Salviamo il superbonus». Le commissioni sono poi riuscite a proseguire i lavori, ma non prima di essersi spostate dalla sala del Mappamondo alla Nuova aula dei gruppi parlamentari.

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