Tema del giorno: allevare una classe dirigente. Vecchia storia? Sì, ma oggi c'è al governo un uomo che sembra italiano ma è un decisionista che pensa in inglese e poi traduce, ovvero fa sul serio. Ciò ha consentito una pausa di riflessione durante la quale sia la sinistra che la destra scoprono di non essere in grado (salvo in Calabria e Trieste) di formare una classe dirigente. D'altra parte, non si può metter Draghi sia al Quirinale che a Palazzo Chigi e delegare a lui tutte le decisioni. Non si può «draghizzare» l'Italia. Ma la conseguenza è che nei partiti più stressati tira aria di crisi. I motivi sono noti: benché la destra sia maggioritaria nel Paese, non ha saputo selezionare la qualità dei suoi candidati nelle grandi città per cocciutaggine.
Dall'altra parte, la sinistra ha fallito ottusamente sul Ddl Zan avendo smesso di occuparsi degli operai in cassa integrazione e improvvisando la difesa di diritti che nessuno contesta. Così, si scopre che è finita l'epoca delle politiche di facile effetto quando va bene e di umiliante imbarazzo quando falliscono. Ma dal momento che si va verso un nuovo bipolarismo, tutti capiscono anche che occorre trovare il minimo comun denominatore fra i contraenti rinunciando a qualcosa.
Nel frattempo, la sinistra minoritaria che si è sbranata per decenni pur mancando di qualsiasi progetto, riesce a vincere grazie agli errori di quella destra che pensa ancora di poter stare mezza dentro e mezza fuori, giusto per vedere l'effetto che fa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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