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SuperMario è il solo leader rimasto all'Europa

Ma per i tedeschi è una sciagura: "Gioca coi soldi dei nostri risparmiatori"

SuperMario è il solo leader rimasto all'Europa

Quelli che non lo amano lo vedono così, il sigaro che sa di losco, con la punta che arde e brucia una banconota da cento euro. È la copertina del supplemento settimanale di Handesblatt, il quotidiano economico e finanziario della Germania che conta, quella dei consigli di amministrazione, delle grandi imprese, delle banche, preoccupata per l'export e sempre pronta a sputare contro gli straccioni dell'Europa terrona. Il titolo è: gioco pericoloso con i soldi dei risparmiatori tedeschi.

La faccia che accende il sigaro è quella di Mario Draghi, l'italiano dell'Eurotower, il capo scomodo della Bce. Eppure proprio questa copertina è il segno di quanto pesa il governatore. Draghi non è più solo un tecnico, ma è l'unico vero leader politico sul palcoscenico europeo. Il 2016 certifica che la Ue non è in grado di risolvere i problemi dell'Europa. Questo perché è un organismo burocratico e praticamente non politico, sopravvive sulle questioni ordinarie ma davanti a vere crisi va in tilt. Non ha una strategia comune sulla crisi economica. Non sa come affrontare le paure del terrorismo islamico. Si è rincantucciata alzando muri di fronte alle migrazioni, ricostruendo vecchie e pesanti frontiere. Non si riconosce neppure più come Europa, visto che alla fine ogni singolo Paese pensa a proteggersi le spalle e, con un certo cinismo, non esita a affogare gli altri. Il risultato è che vince il più forte, come nella foresta.

E il più forte è la Germania.La scelta di Draghi di usare il super bazooka della politica monetaria rappresenta però una discontinuità rispetto a questo scenario. È prima di tutto una scelta coraggiosa, non scontata, con anche una certa dose di rischio. Draghi sfida la Germania, pone un limite, segna un limite al potere del re della foresta. Lo fa in nome dell'Europa, ma con il salto imprevedibile dell'outsider. Ma soprattutto apre con i fatti una nuova stagione di filosofia economica. È finito il tempo del rigore e della paura. La crisi si supera con il rilancio degli investimenti e con tasse umane, con un capitalismo libero dalle obesità degli Stati spreconi. Sul secondo e terzo aspetto Draghi non ha il potere di fare nulla, ma sul primo sì. L'unico strumento che la Bce può usare è la leva monetaria. E il governatore lo ha usato per lanciare un segnale politico e culturale. Gli interessi, i timori e quel sottofondo di etica protestante che la Germania vuole imporre agli altri sta asfissiando il continente. Questo non significa sprecare risorse e aprire di nuovo i rubinetti dei conti pubblici.

Non significa sprecare i soldi dei contribuenti tedeschi, ma permettere a chi ha voglia di impresa di trovare risorse per scommettere sulle proprie idee e sul proprio lavoro. Tutto questo con la speranza che le banche torninoa prestare i soldi agli imprenditori invece di scommettere sulla cattiva finanza. Il rischio c'è, e su questo i tedeschi hanno ragione. Ma non si può neppure continuare a vivere nell'illusione che gli unici europei buoni e onesti sono quelli che vivono al di là del Reno.La mossa di draghi è anche un risposta politica alla soluzione poco democratica e liberale indicata da Berlino: un super ministro dell'economia europeo pronto a commissariare i governi nazionali.

E' l'anti Draghi.

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