«La Asl verifichi le condizioni di un paziente che ha fatto richiesta di accesso al suicidio assistito».
È l'imposizione del tribunale di Ancona intervenuto nel caso di Mario (nome di fantasia per preservare la famiglia), 43 anni, che dopo un grave incidente stradale che gli ha provocato la frattura della colonna vertebrale con la conseguente lesione del midollo spinale, è tetraplegico con altre gravi patologie da 10 anni. Condizioni purtroppo irreversibili, come fa sapere l'associazione Coscioni. Da tempo mette da parte i soldi per andare a morire in Svizzera, ma vuole farlo aiutato dai sui familiari e senza che questi rischiano di essere inquisiti.
Il 28 agosto 2020 Mario ha chiesto alla sua Asl di verificare la sussistenza delle condizioni stabilite dalla Corte costituzionale per poter accedere all'eutanasia, ma a ottobre ha ottenuto il diniego, senza che venissero attivate le procedure. Con i legali dell'Associazione Coscioni, allora, ha presenta ricorso d'urgenza al Tribunale di Ancona, che il 26 marzo ha confermato il diniego della struttura pubblica. A seguito del reclamo all'Ordinanza di diniego, ne viene depositata una nuova dai magistrati del Collegio del Tribunale di Ancona, che hanno ordinato ora all'azienda sanitaria delle Marche di provvedere, previa acquisizione del relativo parere del Comitato etico, ad accertare se Mario sia realmente una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze. Oltre a questo la Asl dovrà valutare se si tratta di decisione libera e consapevole e se le modalità (metodica e farmaco prescelti) siano idonei a garantirgli la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile.
Solo così l'aiuto che gli sarà fornito per il suicidio assistito non sarà considerato reato. «Mario ci ha messo 10 mesi passando per 2 udienze e 2 sentenze, per vedere rispettato un suo diritto, nelle sue condizioni - spiega l'avvocato Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni -. Occorre una legge. Per questo è necessario un referendum.
Serviranno t500mila firme tra luglio e settembre per legalizzare l'eutanasia in questa legislatura, altrimenti non se ne riparlerà prima di 4 anni, nell'ottimistica ipotesi che nel prossimo Parlamento ci sia una maggioranza favorevole». TPa
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