La svolta "radicale" di Nordio. Basta penitenziari disumani

Per il Guardasigilli necessaria la riforma del sistema. E dice: "Visiterò subito le prigioni più problematiche"

La svolta "radicale" di Nordio. Basta penitenziari disumani

La giustizia arriva sul tavolo del primo Cdm, con l'ipotesi del rinvio dell'applicazione della riforma Cartabia, visto il caos denunciato dalle Procure, e di una conferma dell'ergastolo ostativo, nonostante la Consulta lo abbia dichiarato incostituzionale e abbia affidato allo scorso parlamento il compito - caduto nel vuoto - di legiferare per superarlo. Ma si sta ponendo con urgenza nel governo Meloni anche il nodo delle carceri, dopo l'ultimo suicidio di un giovane africano a Torino, che aveva rubato un paio di auricolari in un negozio due giorni prima dell'arresto. Il neo ministro Carlo Nordio aveva subito parlato di una possibile depenalizzazione e della costruzione di nuove carceri, un punto quest'ultimo toccato anche da Meloni anche nel suo discorso per la fiducia. Sulla depenalizzazione invece ci sarebbe distanza.

Intanto nelle carceri le condizioni sono estreme: quello di Torino è il 72esimo suicidio in Italia dall'inizio dell'anno. Nel 2021 l'Associazione Antigone ne ha registrati 57: l'età media delle persone che si sono tolte la vita è di 37 anni e gli stranieri erano il 47,5% dei casi. E c'è l'emergenza cronica del sovraffollamento. Secondo Antigone si è passati dalle 53.364 presenze della fine del 2020 alle 54.134 della fine del 2021, col 31,3% di stranieri. Un tasso di affollamento medio del 107,4%, con picchi in Puglia (134,5%) e in Lombardia (129,9%). L'ipotesi di costruire nuove carceri deve fare i conti con questi numeri: il 39% di tutti gli istituti visitati nel 2021 da Antigone è stato costruito «prima del 1950, il 26% prima del 1900. Nel 5% degli istituti visitati ci sono ancora celle in cui il wc non è in un ambiente separato, isolato da una porta, ma in un angolo della cella. Nel 25% abbiamo trovato celle in cui non apparivano garantiti 3 metri quadri calpestabili per ciascun detenuto». Oggi mancano quasi 9mila posti letto - fa i conti l'associazione - affinché in carcere non ci sia sovraffollamento. «Le carceri che funzionano non devono mai avere più di 250 posti. Quindi avremmo bisogno di 35 carceri. Per costruirne una di tali dimensioni ci vogliono circa 25 milioni di euro. Quindi servirebbero quasi 900 milioni», e solo per costruirne di nuovi. «Con maggiore lungimiranza il ministro Nordio ha parlato dell'importanza di usare pene alternative - è la riflessione - Non si tratta di incertezza della pena, ma di certezza di un altro tipo di pena. Il carcere non è la sola pena possibile. La strada da prendere è quella della depenalizzazione e della decarcerizzazione». Al 31 dicembre 2021, dei detenuti presenti nelle carceri italiane, solo il 38% era alla prima carcerazione. Il restante 62% in carcere c'era già stato almeno un'altra volta. Il 18% c'era già stato addirittura 5 o più volte.

La maggior parte dei detenuti sconta condanne definitive: si registra infatti «una costante tendenza alla riduzione del ricorso alla custodia cautelare e dunque alla crescita tra i presenti di persone con una condanna definitiva». Che sono circa il 69,6% dei al 31 dicembre 2021, mentre dieci anni prima erano il 56,9%.

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