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Tajani striglia la Commissione Ue E ridimensiona le pretese tedesche

Il presidente del Parlamento Ue: non blocchino l'accordo

Tajani striglia la Commissione Ue E ridimensiona le pretese tedesche

Milano Il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani bacchetta la Commissione europea e, di fatto, ridimensiona i tedeschi. Il casus belli riguarda il piano spaziale Ue, relatore il forzista Massimiliano Salini, a un passo dal traguardo. Proprio la Commissione Ue, nelle ultime ore, ha minacciato di far saltare l'accordo, provocando le ire di tutto il Parlamento Ue, ora intervenuto attraverso il suo presidente: «Le prerogative dei colegislatori devono essere rispettate», ha tuonato Tajani. E pare che la Commissione abbia fatto marcia indietro.

La questione è legata alla corsa allo spazio, una delle voci principali del bilancio comunitario. Si tratta di stabilire quanto denaro dev'essere investito nel settore da parte degli stati membri. Di solito la Commissione Ue fa una proposta di spesa, quantificata per il settennato 2021-2027 in ben 16,9 miliardi di euro. In seguito, Parlamento e Consiglio europeo (quest'ultimo espressione dei governi dei paesi membri ndr.) lavorano sul contenuto della proposta e cercano di arrivare ad un accordo. La Commissione, in questa fase che si chiama «dei triloghi», ha solo il ruolo di «facilitatore». Peccato che durante i negoziati tra le due istituzioni maggiormente rappresentative (Parlamento e Consiglio), la Commissione abbia alzato la voce dicendo, in pratica: «O si fa come dico io o ritiro la proposta iniziale». Di fatto una minaccia di boicottaggio. Ma Tajani ha rimesso le cose a posto, replicando di fatto: non permettetevi di bloccare ciò che è stato condiviso dalle euroistituzioni democratiche.

Nei palazzi di Bruxelles si racconta che sia stata la Germania a far pressioni sul potentissimo braccio destro di Jean Claude Juncker, il teutonico Martin Selmayer, per far saltare tutto. Motivo: nel settore la fanno da padroni italiani e francesi, non certo i tedeschi; che hanno tentato il boicottaggio.

Invano, per merito di Tajani.

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