Roma - Rientrato a Bruxelles, Antonio Tajani si occupa di Brexit, in conferenze stampa con il presidente del Consiglio europeo Tusk e il negoziatore Verhofstadt. Poi di Embraco, alla conferenza dei presidenti dei gruppi e in serata vola in Spagna: cena di lavoro a Madrid e poi al gruppo Ppe a Valencia. Insomma, prosegue la routine da presidente dell'Europarlamento. Se il suo cuore rimane in Italia, l'attenzione sul partito azzurro da riorganizzare dopo il risultato deludente alle elezioni e sulle trattative per un nuovo governo, non lo dà a vedere. E al Gr1 Rai, con l'aria di dire qualcosa di scontato, risponde: «Continuo a fare il presidente del Parlamento europeo, non ho mai fatto campagna elettorale. Ho sempre anteposto l'interesse del Parlamento europeo a qualsiasi altra cosa. Certo, poi sono anche un parlamentare europeo eletto nelle liste di Forza Italia». Quest'ultima frase rivendica il suo ruolo nella politica italiana e l'impegno ai vertici degli azzurri che, anche dopo il sorpasso della Lega, non hanno nessuna intenzione di farsi «salvinizzare», di fare un partito unico del centrodestra o un gruppo unico in parlamento.
Tajani rimane al fianco di Silvio Berlusconi, per difendere l'identità di Fi e prepararne il rilancio. «Mi auguro che l'Italia abbia un governo stabile, confidiamo nella saggezza del presidente Mattarella», dice. La linea concordata martedì, nel vertice di Arcore con il Cavaliere e i dirigenti azzurri, è di sostenere il tentativo dell'alleato Matteo Salvini di trovare una maggioranza. E lui, che ha dato la sua disponibilità a fare il premier se Fi fosse stata prima nella coalizione, mettendoci la faccia anche a rischio di critiche, riconosce che quel ruolo tocca al leader della Lega. Senza subalternità né resa, però, perché sono termini non ammessi in Casa azzurra.
Nel nome del fare e della riorganizzazione del partito, Tajani già domani sarà a Roma, per festeggiare gli eletti nell'Italia centrale, dov'è il suo collegio di Fiuggi. C'è da valorizzare il Sud, che si è sentito penalizzato nelle elezioni e lamenta la preminenza «nordista» al vertice di Fi e Tajani ha quest'impegno. La prossima tappa sono le regionali in Molise il 22 aprile, in Friuli Venezia Giulia il 29, poi in Trentino Alto Adige e, in autunno, in Basilicata e in Valle d'Aosta. E c'è da preparare anche le europee del 2019.
«Berlusconi non molla, Fi neppure e Tajani rimane una grande riserva per noi, un personaggio moderato, stimato da tutti, con grandi capacità di mediazione», dice un azzurro. Doti che potrebbero essere molto utili nelle prossime settimane, se fallissero le prove dei primi vincitori delle elezioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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