New York - Donald Trump ha sollecitato «ingerenze di un paese straniero» nelle elezioni del 2020, e la Casa Bianca ha tentato di bloccare le informazioni della chiamata con il leader ucraino Volodymyr Zelensky. È l'accusa dell'informatore - che secondo il New York Times è un agente della Cia in passato distaccato alla Casa Bianca - contro il presidente riguardo il colloquio in cui il tycoon ha chiesto di indagare sul figlio del rivale Joe Biden. Lo 007, nella denuncia presentata lo scorso agosto, ammette di «non essere stato testimone diretto di molti degli eventi di cui parla», ma si dice «profondamente preoccupato per ciò che appare come un serio e fragrante abuso di potere e violazione della legge da parte del presidente», oltre che «per la sicurezza nazionale».
Per la Casa Bianca, la pubblicazione della denuncia non cambia nulla, contiene informazioni di terza mano, e Trump «non ha nulla da nascondere». «Ai democratici non importa nulla del nostro paese, ma solo delle elezioni, hanno fatto tutto questo durante settimana dell'Assemblea Generale Onu per distogliere l'attenzione dalle fantastiche cose che stavamo facendo», afferma invece Trump parlando con i giornalisti a New York, ribadendo che si tratta di un'altra «caccia alle streghe». «Nessuna pressione, niente, solo una grande bufala», aggiunge: «molti leader mi hanno detto che ciò che sto attraversando è un male per gli Stati Uniti, e non è mai avvenuto con nessun altro». I funzionari diplomatici che hanno dato alla talpa le informazioni «sono molto simili a delle spie, chiunque essi siano», chiosa, e meriterebbero di essere punti per tradimento come nel passato. «Ho ricevuto informazioni da diversi funzionari del governo che il presidente sta usando il suo potere per sollecitare interferenze da parte di un paese straniero sulle elezioni del 2020, che includono tra l'altro la pressione per indagare uno dei maggiori rivali politici del presidente», ha sostenuto invece la talpa nella denuncia. Affermando anche che «nei giorni successivi» alla telefonata del 25 luglio fra Trump e Zelensky, alcuni «funzionari della Casa Bianca sono intervenuti» per bloccare e mettere in sicurezza «le informazioni relative alla chiamata, soprattutto la trascrizione parola per parola. Queste azioni mettono a mio avviso in evidenza che i funzionari avevano capito la gravità di quanto emerso durante la conversazione». «Non ho assistito direttamente a molti degli eventi descritti», ha ammesso l'informatore, precisando però di aver «ritenuto i racconti dei colleghi credibili perché, in diversi casi, altri funzionari hanno riportato ricostruzioni in linea con le loro». Intanto il capo degli 007 Usa, Joseph Maguire, ha testimoniato davanti alla commissione intelligence della Camera: di fatto si tratta del primo passo dell'inchiesta formale di impeachment contro il Commander in Chief. Maguire è convinto che nel presentare la denuncia «la talpa ha agito in buona fede, senza alcuna motivazione politica, ha fatto la cosa giusta», perché era motivata da «serie preoccupazioni». Trump da parte sua, fa sapere di aver «parlato con i vertici repubblicani in Congresso» e aver «assicurato la piena trasparenza sulle indagini». «Ma insisto anche sull'avere trasparenza da Joe Biden e suo figlio Hunter sui milioni di dollari che sono stati portati fuori dall'Ucraina e dalla Cina».
Per la speaker della Camera Nancy Pelosi «i fatti mostrano» che il presidente ha «tradito» il paese, ha «ignorato e violato» la costituzione e messo a rischio «la sicurezza nazionale e l'integrità» delle elezioni americane.
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