Coronavirus

Tamponi russi nelle Rsa "bloccati" dall'Esercito

Roma, abbiamo un problema. Se è vero quello che una fonte ha detto ieri a Repubblica sulla missione dei medici russi in Italia nella Bergamasca siamo di fronte a due plateali violazioni cui qualcuno dovrà rispondere

Tamponi russi nelle Rsa "bloccati" dall'Esercito

Roma, abbiamo un problema. Se è vero quello che una fonte ha detto ieri a Repubblica sulla missione dei medici russi in Italia nella Bergamasca siamo di fronte a due plateali violazioni cui qualcuno dovrà rispondere. Insomma, c'è altro materiale per i pm lombardi guidati da Antonio Chiappani che ingrosserà il faldone delle indagini per epidemia colposa. Secondo la ricostruzione del quotidiano romano i militari russi in missione a Bergamo avrebbero «cercato di prelevare tamponi sulle persone ricoverate nelle case per anziani» che poi avrebbero voluto «esaminare nel loro laboratorio mobile per ottenere il virus del Covid» ma un direttore sanitario preoccupato di un eventuale spionaggio batteriologico, sebbene cercasse i tamponi «come l'oro» ha condiviso i dubbi con un colonnello che si sarebbe mosso per avvisare altre Rsa e bloccare tutto.

Possibile che i militari abbiano vietato ai russi di fare tamponi nelle Rsa? Significava identificare e separare i positivi dagli non contagiati, migliorare il tracciamento e dunque potenzialmente salvare vite. Sarebbe gravissimo perché - grazie alla mancata applicazione del piano pandemico vigente seppur non aggiornato dal 2006 - fino ad aprile era impossibile fare tamponi nelle Rsa, non erano stati stoccati e quei pochi erano dirottati negli ospedali, come confermano i dati in mano alla commissione d'inchiesta della Regione Lombardia.

Secondo problema: la regolamentazione sanitaria internazionale prevede la tempestiva condivisione delle informazioni a livello globale, ci spiega un esperto in materia, e dunque aver tolto alla Russia informazioni sensibili per scongiurare la pandemia a casa loro potrebbe aver causato altri morti perché «ha rallentato la ricerca scientifica sul coronavirus, contravvenendo alla Regolamentazione sanitaria internazionale sullo scambio tempestivo di informazioni utili alla gestione ed al contenimento della pandemia».

Siamo stati il cluster d'Europa, lo dicono i dati Ue.

E la nostra gestione della pandemia è stata disastrosa, come diceva il rapporto Zambon ritirato dall'Oms e come conferma il virologo Alexander Semenov, che era a Bergamo a salvare le vite dei nostri connazionali, sia in un report pubblicato dal Giornale nel giugno 2021 sia alla testata russa Kommersant: «Abbiamo visto come non gestire la pandemia». Chi pagherà per questa catena di errori, ormai quasi tutti documentati?

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