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Tangenti, Anm all'attacco: "Lo Stato accarezza i corrotti"

Sabelli: "I magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati". Il premier: "È una frase falsa, ingiusta, che fa male"

Tangenti, Anm all'attacco: "Lo Stato accarezza i corrotti"

"Uno Stato che funzioni dovrebbe prendere a schiaffi i corrotti e accarezzare chi esercita il controllo di legalità, ma i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati". La dura accusa arriva dall’Anm, dopo che è stata aperta un'inchiesta sulle tangenti per le Grandi opere.

A parlare è Rodolfo Sabelli, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, che si riferisce a una serie di interventi legislativi che avrebbero favorito i corrotti, a cominciare dall’epoca di Tangentopoli, per arrivare nel 2002 "alla depenalizzazione del falso in bilancio e nel 2005 alla riduzione della prescrizione". "Chi semina vento raccoglie tempesta", ha detto a Unomattina, "Chi ha responsabilità della cosa pubblica deve dare il buon esempio perché si diffonda la cultura della legalità".

Poi Sabelli dà la sua ricetta contro la corruzione: sviluppo di una cultura della legalità, prevenzione e repressione. "Non si può rinunciare a nessuno di questi tre momenti", ha detto a SkyTg24, "In vent’anni abbiamo assistito ad una serie di interventi legislativi che non sono andati nella direzione che ci si sarebbe attesi. Lo Stato deve darsi da fare, le istituzioni arrivino prima e lavorino insieme alla magistratura per raggiungere lo stesso obiettivo. Ci sono segnali di miglioramento, ma bisogna fare ancora un po' di strada".

Le parole di Sabelli non sono affatto piaciute a Renzi. Che ha replicato: "Lo Stato non dà schiaffi a magistrati e carezze ai corrotti. Sostenere questo avendo responsabilità istituzionali o a nome di categorie, è triste. È una frase falsa, ingiusta, fa male ma non per il governo di turno, per l’idea stessa delle istituzioni".

Intanto Lega e Movimento 5 Stelle vanno in pressing su Maurizio Lupi, il cui figlio è stato coinvolto nell'inchiesta, ma che non ha alcuna intenzione - per ora - di lasciare il posto da ministro delle infrastrutture. "Alfano si dimetta e Lupi venga in Aula a spiegare", dicono i capigruppo del Carroccio Gianmarco Centinaio e Massimiliano Fedriga, "Per noi è una priorità: siamo pronti a salire sulle barricate e a bloccare i lavori parlamentari". "Io non condanno nessuno, però mi aspetto che il Ministro dell’Interno o il Presidente del Consiglio vengano in Parlamento a spiegare agli italiani se è tutto falso o se c’è qualcosa di vero. E se c’è qualcosa di vero non possiamo avere un Ministro dell’Interno e un Ministro delle Infrastrutture che lavorano con delle ombre del genere", aggiunge Matteo Salvini, ad Agorà.

E questo mentre il M5S ha annunciato che chiederà la sfiducia di Lupi perché, tra le altre cose, "la stretta vicinanza con il soggetto indagato Ercole Incalza" si configura "quasi come una vera e propria subordinazione che mina la credibilità del ministro e pone un grave pregiudizio sulla sua capacità di svolgere liberamente la sua funzione".

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