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Dopo la Tap, c'è il Muos: ecco perché il M5S non potrà smantellarlo

Nuova grana per i 5 Stelle. Di Maio promette: "Smantelleremo il Muos". Ma non può: ecco perché

Dopo la Tap, c'è il Muos: ecco perché il M5S non potrà smantellarlo

"Smantelleremo il Muos", promettono i Cinque Stelle. Ma non è così semplice come afferma il deputato regionale siciliano M5S Giampiero Trizzino. secondo cui "Il M5s e il governo hanno già preso una posizione e Luigi Di Maio a breve la comunicherà a breve, brevissimo".

Il caso del Mobile User Objective System (Muos) - il sistema di comunicazione satellitare a livello globale costruito a Niscemi (Caltanissetta) dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e da sempre osteggiato da ambientalisti e residenti - rischia di diventare il nuovo "Tap", il gasdotto in Puglia che il governo non può più stoppare.

Da tempo il Movimento 5 Stelle si è schierato a favore del coordinamento NoMuos e durante le Regionali in Sicilia dell'anno scorso aveva promesso lo smantellamento del sistema di antenne e radar statunitensi attraverso la revoca delle autorizzazioni. Smantellamento di cui non c'è tratta, nonostante ora il M5s sia alla guida del governo nazionale.

Il prossimo 14 novembre, tra l'altro, il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia dovrà valutare una sentenza emessa dallo stesso Consiglio nel 2016 e che aveva lasciato intatte le antenne. E il 12 ottobre scorso, una memoria del ministero della Difesa - guidato da Elisabetta Trenta, in quota grillina - aveva chiesto di non revocare le autorizzazioni perché fra le altre cose "le censure riguardanti la presunta violazione del regolamento della riserva naturale orientata sughereto di Niscemi sono destituite di fondamento". Cioè il Muos non viola nessun vincolo ambientale.

Del resto uno stop all'opera creerebbe non pochi problemi anche a livello diplomatico. Anche solo per rivedere l'impianto che consentirà agli Stati Uniti di coprire l'intera superficie terrestre per le comunicazioni, è necessario un accordo con Donald Trump. Che difficilmente rinuncerebbe a uno dei quattro centri globali considerati di importanza strategica. Soprattutto alla luce di accordi pregressi e blindati presi con il nostro Paese. Proprio come è successo in Salento per il Tap..

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