
La trattativa tra gli Stati Uniti e l'Unione europea sui dazi si arricchisce di un nuovo colpo di scena. Dopo l'iniziale annuncio di Donald Trump di tariffe ai paesi europei nel liberation day, la successiva sospensione fino al 9 luglio, il dietrofront dei giorni scorsi con l'annuncio dei dazi al 50% dal 1 giugno e l'ulteriore giravolta, ieri è arrivata una nuova dichiarazione del presidente americano.
In un post sul suo social network Truth, Trump ha annunciato di essere stato «appena informato che l'Ue ha chiesto di stabilire rapidamente le date di un incontro» definendo «positiva» la richiesta di Bruxelles. Trump ha poi aggiunto che «sono stato estremamente soddisfatto dell'assegnazione del 50% di dazi all'Unione europea, soprattutto perché i nostri negoziati con loro sono stati lenti (per usare un eufemismo!)». Rivolgendosi ai suoi sostenitori (e ai leader europei) ha spiegato: «L''Ue ha chiesto di stabilire rapidamente le date di un incontro. È un evento positivo e spero che, finalmente, come ho già chiesto alla Cina, apra le nazioni europee al commercio con gli Stati Uniti d'America. Entrambi saranno molto contenti e avranno successo se lo faranno».
La trattativa ha subito una brusca accelerazione negli ultimi giorni con una conversazione telefonica avvenuta domenica tra Ursula von der Leyen (in foto) e Donald Trump. Nelle stesse ore il presidente della Commissione europea ha sentito gli altri leader europei a cominciare da Giorgia Meloni. La Von der Leyen ha sempre sostenuto che un incontro con Trump sarebbe stato proficuo solo con un pacchetto per la soluzione sui dazi, la richiesta annunciata dal presidente americano fa quindi presagire che si sia vicini a un accordo. Anche considerando la dichiarazione resa in serata dal portavoce europeo per il commercio, Olof Gill. Il quale ha annunciato di voler «intensificare realmente i colloqui a livello tecnico» con gli Usa sui dazi «nei prossimi giorni e settimane, e su questa base continueremo a impegnarci in modo significativo». Per Gill, la strategia dell'Ue «non è cambiata: vogliamo trovare accordi reciprocamente vantaggiosi».
Al netto di un momento organizzato appositamente, le finestre per eventuali incontri tra Ue e Usa restano il G7 in Canada a metà giugno e il vertice Nato a L'Aja l'ultima settimana di giugno. Altro momento potrebbe essere la partecipazione del presidente americano al Consiglio europeo che si terrà subito dopo il summit dell'Alleanza Atlantica e a dieci giorni dal 9 luglio.
Intanto arriva una buona notizia da uno dei settori che rischia di essere più impattato dai dazi, l'automotive. Il Consiglio europeo ha infatti adottato ieri una modifica mirata al regolamento sulle norme in materia di emissioni di CO2 per le nuove autovetture e furgoni con l'obiettivo di garantire ai costruttori di automobili la flessibilità necessaria per raggiungere i loro obiettivi di emissione per il 2025.
Il regolamento modificato prevede che il rispetto degli obiettivi per le emissioni per il triennio 2025, 2026 e 2027 sia valutato sulla base della media delle prestazioni di ciascun costruttore nei tre anni, anziché annualmente. Un segnale importante ma ancora non sufficiente per abbattere regolamenti e barriere che, così come i dazi, frenano la competitività europea.