Cronache

Il Tartufo bianco d'Alba aiuta il fratello umbro

Parte del ricavato dell'asta di ieri alle terre del «nero» di Norcia in ginocchio per il sisma

Il Tartufo bianco d'Alba aiuta il fratello umbro

In un'epoca di conflitti razziali sempre più esasperati che il bianco si allei con il nero è una magnifica notizia. Ma questi sono i miracoli a cui ci ha abituato il più prodigioso dei prodotti del made in Italy alimentare, Sua Aromaticità il Tartufo (e le maiuscole non sono un'aesagerazione). Il più nobile esemplare di tal schiatta, l'inarrivabile Tartufo bianco di Alba, ha deciso di aiutare il più ruspante ma pur sempre pregiatissimo Tartufo nero dell'Italia centrale. Alba dà una mano a Norcia, e vissero tutti felici e «grattati».

Già, perché la diciassettesima edizione dell'asta internazionale di Tartufo bianco d'Alba, celebrata ieri al castello di Grinzane Cavour (appartenuto al Conte Camillo Benso e inserito tra i siti riconosciuti dall'Unesco come patrimonio dell'umanità) come evento clou dell'ottantaseiesima edizione della Fiera mondiale dedicato al figlio prediletto delle Langhe, ha deciso di devolvere parte del ricavato dell'asta per aiutare le popolazioni di sfollati dell'ultimo terremoto, che ha penalizzato particolarmente proprio le aziende produttrici di eccellenze gastronomiche. E all'asta di ieri era presente il vicesindaco della cittadina umbra, Pietro Luigi Altavilla.

L'asta, quella, è stata da record. I lotti battuti sono stati in tutto 16, sei battuti a Grinzane, cinque in collegamento video con Philadelphia, e altri cinque assegnati nella mattinata italiana, causa fuso orario, a Hong Kong. Il «malloppo» totale è stato di 450mila euro, molto di più dei 400mila euro che rappresentavano il primato fino a ieri. Il pezzo forte della kermesse, il tartufo «gemello» del peso di 1,170 kg dell'ultimo lotto, se lo porterà a casa uno degli ospiti d'onore della manifestazione - anzi degli ambasciatori del tartufo Bianco d'Alba, come amano dire gli organizzatori -, lo chef cinese Do Dong del «Roast Duck» di Pechino, uno dei migliori ristoranti cinesi. Non sappiamo in realtà come stia il tartufo sull'anatra alla pechinese che, pur se cucinata con tecniche innovative, rappresenta il vanto del locale. Ma un grande chef sa sempre trovare una soluzione. Per completezza di informazione: gli altri due chef «ambasciatori» erano l'italoargentino Mauro Colagreco del «Mirazur» di Mentone e Philippe Levine di «Miramonti l'Altro» a Concesio. pur se meno generosi del collega orientale hanno anche loro dato il loro contributo alla faccenda.

«Siamo molto soddisfatti, è stata una bella edizione dell'asta», ci dice il presidente Fabrizio Pace, tra un lotto e l'altro. A lui chiediamo anche una valutazione del prodotto di quest'anno. «Ha fatto caldo a lungo e la stagione è partita lentamente - ci dice -. Ma ora il Tartufo è ottimo e abbondante». E anche caro: il suo prezzo oscilla tra i 300 e i 400 euro all'etto.

Tanto? Solo chi non l'ha mai provato può essere sfiorato da un simile iconoclasta pensiero.

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