«Con la Tasi altra stangata sulla prima casa»

Milano Le disgrazie «tassatorie» per i proprietari di casa sono soltanto all'inizio. Lo spiega Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, che non esita a definire la riforma del governo Monti sull'Imu «catastrofica per l'Italia peggio di una guerra». E se quella riforma ha portato le tasse sulla casa all'astronomica cifra di 24 miliardi di euro (tre volte la vecchia Ici), grazie a qualche altro accorgimento la cifra può ancora salire. La brutta notizia è che l'accanimento per rimpinguare le casse dello Stato e vuotare quelle dei cittadini sarà sull'unico immobile che doveva essere risparmiato dalle tasse: la prima casa. «L'anno prossimo - spiega Sforza Fogliani - la Tasi, che è la tassa sui servizi indivisibili che, di fatto, ha rimpiazzato l'Imu sulla prima casa, potrebbe passare dal 2,5 per mille attuale (alcuni Comuni hanno comunque già alzato questa tassa fino al 3,3 per mille, ndr ) fino al 6 per mille».

Un raddoppio, insomma, per una tassa che non dovrebbe neppure esserci?

«Si, un raddoppio che comporta oltretutto la perdita delle agevolazioni che i cittadini godevano prima con l'Ici (che era 10 volte più bassa) e poi con l'Imu. In pratica, portando l'aliquota al 6 per mille, si ristabiliscono gli stessi parametri dell'Imu sulla prima casa che, dunque, non è stata per niente abolita».

Perché accade tutto questo?

«Nei prossimi anni ci doveva essere una riduzione di spesa delle Regioni intorno ai 5 miliardi. Ma ovviamente non ci sarà. Inoltre, per gli immobili ci potrebbero essere altre brutte sorprese».

Ossia?

«Sulla casa potrebbero arrivare anche delle aliquote pari allo 0,5 per mille per le imposte di scopo che possono essere aggiunte per la costruzione di opere pubbliche. Emblematico è il caso di Piacenza, dove il Consorzio di bonifica impone un'imposta di scopo a tutti i proprietari di immobili».

E poi c'è la Tari, l'imposta sui rifiuti che ha sostituito la Tarsu.

«Si, anche in questo caso ci troviamo di fronte a un paradosso che porterà la tassa ad aumentare sempre di più, visto che nessuno controlla le spese delle municipalizzate che sono obbligate per legge a coprire tutti i costi. Una situazione paradossale. Confedilizia ha chiesto da tempo di avere un rappresentante dei contribuenti nei consigli di gestione per cercare di arginare il fenomeno».

Infine, la questione della rivalutazione delle rendite catastali.

«La vicenda è aperta. Il governo era partito molto male, poi ha corretto il tiro.

Certo è che le rendite catastali dovranno rappresentare le reali quotazioni del mercato immobiliare che, negli ultimi anni, è sceso molto. Inoltre, una gestione corretta dovrebbe prevedere che, ogni due anni, le rendite si possano rivalutare ma anche abbassare, seguendo il mercato. Ora staremo a vedere».

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