F isco sulla prima casa più leggero. La misura principale della legge di Stabilità, dal punto di vista del governo, è l'abolizione della Tasi sulle abitazione principale. Fanno eccezioni le abitazioni di lusso, le ville e i castelli. Non c'è l'abolizione dell'Imu, se non per il 50% per le seconde case concesse in comodato ai parenti entro il primo grado, con molti paletti. Risolto il nodo delle case assegnate al coniuge separato: saranno assimilate alle abitazioni principali. Tra le novità, viene introdotto il leasing immobiliare per l'acquisto della prima casa. Si favoriscono formule come l'affitto con riscatto.
Antonio SignoriniRoma Il premier Matteo Renzi sperava fosse una legge di Stabilità in grado di mettere d'accordo tutti. Ieri ha detto che si è dispiaciuto per il no di Forza Italia e Movimento cinque stelle. Ma alla fine il governo si è dovuto difendere da accuse classiche, da finanziarie pre-rottamazione se non da Prima Repubblica. Ad esempio, sul fatto che si tratta di una «finanziaria» vecchio stampo, fatta in deficit e senza toccare problemi strutturali del Paese. Poi sulla presenza eccessiva di micro misure. In altre parole, tante marchette. «No. È evidente che ci sono dei soldi che vanno ad associazioni e io sono contento», ha spiegato ieri Renzi a L'Arena. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, ha difeso la legge: gli interventi approvati che ora passano al Senato per l'ultimo passaggio, sono «coerenti» con il «consolidamento dei conti pubblici, che vede, a partire dal 2016, il debito calare dopo otto anni di aumento e che rafforza la credibilità interna ed internazionale del Paese». Ma è tutto l'impianto ad essere messo in discussione. Intanto ci sono dei limiti inevitabili. L'entità della manovra è di 35,4 miliardi e 16,8 se ne sono andati subito per bloccare le clausole di salvaguardia, cioè gli aumenti di imposte e tasse, che i due precedenti governi avevano introdotto. Per ricavare altri margini di spesa il governo Renzi ha iniziato un braccio di ferro con la Commissione europea per ottenere il permesso di fare deficit per altri 16 miliardi. Battaglia che il governo dà per vinta, ma le cose non stanno così. Roma ha messo a bilancio tutte le flessibilità previste dai patti europei.
Quella sulle riforme e quella sugli investimenti. Poi l'emergenza migranti e anche l'emergenza terrorismo. Se e come ci sarà concesso spendere si vedrà in marzo. Il braccio di ferro ingaggiato con il cancelliere Angela Merkel non facilita la nostra posizione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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