La Campania non si tocca e il candidato- governatore di Forza Italia è Stefano Caldoro. Silvio Berlusconi blocca le manovre degli alleati Matteo Salvini e Giorgia Meloni per le regionali di primavera dal vertice azzurro a Palazzo Grazioli. Dopo la sconfitta in Emilia Romagna, il Capitano cerca un successo al Sud e (magari rinunciando alla rossa Toscana) punta alla Puglia, che secondo i patti dovrebbe andare a Fdi con Raffaele Fitto, osteggiato dai leghisti locali che provengono proprio dalle sue fila. A questo punto la Meloni potrebbe pretendere di far correre uno dei suoi in Campania e il risiko sarebbe sovvertito. Ma è qui che il gioco va a sbattere contro l'alt del Cavaliere.
Poco dopo le 15 il leader azzurro apre nel «parlamentino» della sua residenza romana il Comitato di presidenza, allargato a coordinatori regionali e governatori, ultima dei quali Jole Santelli in Calabria, cui viene dedicato un applauso speciale. «Un grande successo - dice Berlusconi - che conferma il ruolo di Fi come primo partito della coalizione nel Mezzogiorno». E annuncia che il 22 marzo ci sarà una grande convention nazionale a Napoli, a sostegno di Caldoro, «indicato in Campania sulla base degli accordi con gli alleati». Nelle altre regioni che andranno alle urne in primavera, assicura, Fi sosterrà «lealmente» i candidati indicati dagli altri partiti della coalizione. Il messaggio a Salvini e Meloni è chiaro e anche l'intenzione di dare il via all'operazione di rilancio del Sud come riscatto di Fi. Partirà presto un «tour della libertà» nelle regioni al voto, con il leader in prima fila e tutti i dirigenti impegnati in assemblee pubbliche e incontri con le categorie produttive.
Sono due i punti all'ordine del giorno dell'incontro: situazione politica ed elezioni regionali. La sera prima Berlusconi ha incontrato solo i coordinatori delle regioni che andranno al voto, Campania, Puglia, Toscana, Marche, Veneto e Liguria, per informarsi sulla situazione locale del partito. E si è rafforzata in lui la determinazione a puntare i piedi su Caldoro e a ripetere in Campania il successo azzurro della Calabria, riguadagnando credito verso gli alleati.
Seduto tra il vicepresidente Antonio Tajani e il responsabile dei coordinatori regionali Sestino Giacomoni, parla del quadro politico e delle speranze di tornare al governo con tutto il centrodestra. «I 5s - avverte - sono in liquefazione, divisi in due, al «si salvi chi può. È un processo irreversibile. Dopo le regionali molti di questi parlamentari ci stanno cercando e avvicinano i nostri parlamentari per informasi e avere garanzie sulla durata della legislatura: qualcuno ha chiesto di vedermi ma io non l'ho fatto». Il Cav ha in mente di sferrare un attacco alla legge simbolo del M5S, il reddito di cittadinanza, e annuncia una raccolta di firme per l'abolizione di un provvedimento che «aumenta la spesa pubblica e quindi la pressione fiscale senza creare nuova occupazione».
È un'altra delle battaglie, con quella contro la riforma Bonafede della prescrizione e quella per introdurre in Costituzione un tetto alla pressione fiscale, che devono galvanizzare e ricompattare il partito, far riguadagnare consensi, partendo dal Meridione, e peso nella coalizione. Il Cav da' il benvenuto ai coordinatori che ha appena nominato, come segnale di rinnovamento e raccomanda a tutti i dirigenti di lavorare come «manager di un'«azienda», il partito, che ha obiettivi precisi da raggiungere. «Io ci sono - sottolinea- finché non avremo trovato un successore».
Spiega anche quali sono le parole chiave, i messaggi da far arrivare alla gente, per spiegare bene l'identità di Fi, le differenza «tra noi e loro». E per loro intende gli avversari di M5S e centrosinistra, ma anche gli alleati dai quali è necessario distinguersi «per valori, contenuti e linguaggio».
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