Il minimo storico significa che nemmeno andando a pescare i rendimenti dei Btp prima della crisi finanziaria dello scorso decennio si troveranno livelli così bassi come quello registrato ieri. È stata una giornata particolare per il principale titolo di Stato italiano. In discesa fin dalla mattina, per un po' è stato scambiato sotto l'1%, a 0,98%, poi ha chiuso all'1,03%. Un livello poco più alto era stato raggiunto nel 2016.
Non è un rendimento negativo, come quello della Germania, ma è comunque un record per l'obbligazione legata al quarto debito pubblico più alto del mondo, emesso da uno Stato finito nel mirino dei mercati più volte negli ultimi anni.
Giù anche lo spread, cioè la differenza tra il rendimento del Btp e quello del Bund tedesco, che ieri si è attesto a 172 punti base. In questo caso è lo stesso livello del maggio 2018. E già questo è un indizio di cosa sia successo. E di che aria tiri «Good news from Italy!» ha scritto infatti su Twitter il ministro delle Finanze tedesco, Peter Altmaier, commentando l'annuncio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di conferire domani mattina l'incarico di presidente del Consiglio a Giuseppe Conte.
Da una parte i mercati hanno «festeggiato» un evento tutto italiano, l'avvicinarsi dell'intesa su una maggioranza Pd/M5s che garantirà la permanenza del Paese nell'aerea Euro. Dall'altro, i Btp hanno beneficiato del rally mondiale che riguarda le obbligazioni, in particolare quelle pubbliche. Gli investitori a caccia di bond si sono orientati su quelli italiani che hanno un rendimento più alto della media e sono garantiti da un Paese che fa parte dell'Ue. Tra gli elementi che hanno favorito lo sprint finale, anche il tweet di martedì Donald Trump in sostegno del premier incaricato Giuseppe Conte. «Benedizione» che «molti hanno interpretato come una conferma ufficiosa della nascita del nuovo esecutivo», rimarca Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr. Tra gli elementi esterni che hanno favorito i Btp italiani c'è anche il nuovo corso della Bce. Non solo una conferma delle scelte passate del presidente in uscita Mario Draghi, ma un rafforzamento della politica espansiva, con la prospettiva in settembre, quando sarà in carica Christine Lagarde, di un taglio dei tassi e un nuovo Quantitative easing. In sostanza, la Bce acquisterà ove necessario titoli di Stato. Poi le anticipazioni sulle scelte della nuova presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. In primo luogo l'allentamento dei vincoli di bilancio. Sicuramente a beneficio della Germania, ma anche dell'Italia. Sarebbero comunque soldi spesi in deficit, ma la frenata dei rendimenti comporterà anche risparmi veri e propri grazie alla minore spesa per interessi. Ieri il Tesoro ha collocato Bot semestrali per sei miliardi. Per settembre e ottobre sono in programma altri collocamenti rilevanti. Una boccata di ossigeno per il Tesoro. Anticipata dall'ottimismo mostrato negli ultimi giorni dal ministro dell'Economia uscente Giovanni Tria. Un esordio con il vento in poppa per il nuovo governo, che non rinuncerà a cercare modo per spendere il nuovo tesoretto. Il programma dell'esecutivo gialloverde è fino ad ora solo abbozzato, ma già si parla di un taglio del cuneo fiscale e un allargamento degli 80 euro di Matteo Renzi. Trapela anche l'intenzione di fare deficit fino alla soglia del 3%.
Un vecchio desiderio del vicepremier uscente e leader della Lega Matteo Salvini potrebbe diventare il marchio di fabbrica del governo giallo rosso.Difficile che la nuova Commissione, per quanto generosa, possa fare passare una concessione del genere. Facile, anche per un governo che nasce sotto una buona stella, perdere le simpatie degli esordi.
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