Tav, Atlantia e Quota 100. I giallorossi sono già in lite

Il ministro De Micheli apre alle grandi opere e chiude alla revoca delle concessioni autostradali. Ira del M5s

Tav, Atlantia e Quota 100. I giallorossi sono già in lite

Pronti, via. E il M5s invoca le dimissioni di un ministro (Paola De Micheli) del Pd. Il record è servito. Il governo Conte bis giura al Quirinale. Ma - mentre il premier lavora al discorso da tenere alle Camere, dove punterà al dialogo con l'Unione europea per rivedere il patto di stabilità - dopo sole 24 ore nella maggioranza è già scontro. E i numeri risicati al Senato della neonata maggioranza gettano già delle ombre sulla durata di questo esecutivo.

Paola De Micheli, neoministro alle Infrastrutture e Trasporti - in un'intervista a La Stampa - sconfessa la linea dei Cinque stelle sulle grandi opere e sul tema, caldo, della revoca delle concessioni ad Autostrade. «Atlantia? Nel programma c'è scritta una parola precisa: revisione delle concessioni». Parole che fanno impennare il titolo in borsa. E anche la tensione nella maggioranza giallorossa. Perché il ministro usa toni ancor più netti quando tocca il tema dei cantieri da far ripartire: «Avanti con la Tav e la Gronda a Genova. Come è andata quella vicenda - ricorda sulla Tav - è noto a tutti. Ora l'opera deve procedere il più rapidamente possibile». E poi un messaggio chiaro all'alleato grillino: Ciò detto qui ostacoli politici ai cantieri non ce ne saranno più». La replica è durissima. «La De Micheli deve ricordarsi che è al governo grazie a una coalizione di tre forze politiche e lei rappresenta un gruppo che è meno della metà del Movimento 5 Stelle. Se intende differenziare la propria posizione da quella del M5s può benissimo farlo accomodandosi fuori dal governo e andando all'opposizione immediatamente senza tergiversare», ribatte ad Affaritaliani il senatore dei 5 Stelle Mario Michele Giarrusso che minaccia di non votare la fiducia: «Se il Partito democratico intende ripercorrere le orme di Salvini, martellando il Movimento giorno per giorno prendendo le distanze e differenziandosi, lo dica subito prima di lunedì e martedì, in modo da consentirci di regolarci di conseguenza». La linea di Giarrusso è appoggiata da Sergio Battelli, deputato dei Cinque stelle che insiste sulla revoca. Nella polemica si inserisce il senatore dissidente dei Cinque stelle, Gianluigi Paragone che a Radio Popolare getta benzina sul fuoco: «Toninelli paga per essersi opposto ai Benetton».

Cambiano temi (reddito di cittadinanza e quota 100) e attori. Ma si litiga ancora. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro - in un'intervista al Corriere della Sera - blinda i due provvedimenti della stagione gialloverde: «La legge di Bilancio sarà il nostro banco di prova, servirà un confronto franco con l'Ue». Avete un mese e mezzo per trovare 35 miliardi. Che fine faranno Quota 100 e reddito di cittadinanza? «Abbiamo dimostrato di essere in grado di individuare coperture solide per le nostre proposte, lo faremo anche stavolta. Reddito e Quota 100 non si toccano, garantisco». Pochi ore e arriva l'alt dal Pd. Il senatore dem, Dario Stefano a Radio Cusano campus anticipa la cancellazione di quota 100: «Il problema dell'Italia non era Quota 100, il problema dell'Italia è quello di rendere competitivo il sistema produttivo.

Quota 100 va a scadenza con il prossimo anno, certamente non è nostro intento continuare con quell'approccio, ma destinare risorse ad altri interventi». Conflitti che confermano la distanza tra le due forze di maggioranza. Con fibrillazioni che si allargano su altri terreni: dalla nomina di Paolo Gentiloni in Ue al taglio dei parlamentari.

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