"Oggi bloccare la Tav costerebbe più che completarla". La deadline era fissata per venerdì ma il premier Giuseppe Conte anticipa i tempi, pressato dall'ala leghista, e in una diretta via social diffusa in serata, detta la linea del governo: il sì alla Torino-Lione. La svolta spiazza i 5 Stelle, che ribadiscono il loro 'nò forte e convinto per voce del capo politico Luigi Di Maio, e scuote gli equilibri nell'esecutivo, tanto da mettere a rischio anche il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli (che fuga però ogni dubbio su sue eventuali dimissioni).
L'annuncio di Palazzo Chigi arriva a tre giorni dal limite imposto dall'Unione europea per una decisione italiana: venerdì, infatti, Conte spiegherà a Bruxelles la volontà di Roma di accettare i fondi europei per un progetto che, ormai, è impossibile fermare. Bloccare l'opera, almeno su lato italiano, precisa il premier, non farebbe gli "interessi nazionali" cosa che lo stesso Conte considera la stella polare del suo agire. Ma, ora, alla luce di un aumento dei finanziamenti europei fino al 55% del costo totale della tratta, "l'impatto finanziario per l'Italia è destinato a cambiare dopo l'apporto europeo e i costi che potrebbero ulteriormente ridursi in seguito all'interlocuzione con la Francia sulle nuove quote di finanziamento della tratta transfrontaliera".
Conte ribadisce di non aver cambiato idea rispetto a marzo, quando in una lunga conferenza stampa illustrò l'inutilità della Tav. "Ma non è stato questo governo a dire sì al progetto", ricorda. E ad oggi, comunque, un'alternativa non c'è, con buona pace dei fautori della 'mini-tav'. Ai 5 Stelle resta ora l'unico appiglio offerto dallo stesso premier per tentare di salvare la faccia (dopo l'ok dell'esecutivo giallo-verde ai baluardi del 'nò grillino, come Tap e la Pedemontana): far decidere il Parlamento. "Rispetto Conte ma resto No Tav. Sarà il Parlamento, nella sua centralità e sovranità, che dovrà scegliere", esordisce Di Maio, sempre su facebook. Come a dire, la Tav passerà con 'i no 5 Stelle in Aula. E rilancia, rispolverando il motto grillino del soli contro tutti: "Abbiamo ricevuto attacchi fantasiosi di una nostra presunta alleanza col Pd. Tutto falso. Ma fra non molto potremo vedere con i nostri occhi chi decide di andare a braccetto con Renzi, Monti, Calenda, la Fornero e Berlusconi. Il Parlamento restituirà a tutti la verità dei fatti", avverte.
Dal Mit, intanto, ribadiscono che Toninelli resta fortemente contrario all'opera ma, allo stesso tempo, si dicono soddisfatti per l'attestazione fatta da Conte al lavoro del ministro sui fondi Ue, che permetterà un risparmio di 3 miliardi di euro per l'Italia, pronti per essere spesi in altri opere. Rabbia da parte di Beppe Grillo. Non risponde al telefono né agli sms dei giornalisti. Ma le persone più vicine a lui raccontano di un garante furente per la decisione, annunciata dal premier Giuseppe Conte, di aprire alla Tav. E non bastano le rassicurazioni di Luigi Di Maio: lasciare decidere il Parlamento sulla Torino Lione. Grillo è arrabbiatissimo, racconta chi gli è vicino. "Dopo Tap, trivelle, Ilva - lo sfogo del fondatore del Movimento con alcune persone fidate e riportato all'Adnkronos - tradire la Tav è l'ultimo tassello...".
Sul lato leghista, Matteo Salvini gongola, continuando però a polemizzare ("Peccato per il tempo perso").
Dal Pd l'ex premier Matteo Renzi punta sull'ironia ("non sono cattivi, è che ci arrivano dopo") mentre il fronte piemontese 'Si tav', quello che aveva portato in piazza 40mila persone a difesa dell'opera, chiede ora tempi certi per la partenza dei bandi. E dei lavori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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