Tea, le donne recensiscono i maschi

Non è male creare ambienti sicuri per le donne, ma è pericoloso farlo attraverso queste modalità, che non si inventano proprio nulla, anzi hanno solo seguito un trend mondiale

Tea, le donne recensiscono i maschi
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Credevamo che dopo la scoperta del gruppo Facebook "Mia moglie" e il sito "Phica.eu" la nostra estate fosse al completo, ma sbagliavamo. È infatti il turno di "Tea", app ideata appositamente per un pubblico femminile, per donne che una volta iscritte possono timbrare gli uomini con cui intrattengono relazioni tramite vere e proprie recensioni: assegnando bandierine rosse o verdi, lasciando commenti, caricando immagini. Sulla carta "Tea", che ha raggiunto più di quattro milioni e mezzo di iscritte, vorrebbe creare una community della sorellanza ideale, dove lo scambio di informazioni sugli uomini ha il fine di salvaguardare le donne. Una sorta di TripAdvisor dell'amore, una guida per scansare il marcio e promuovere il meglio: ripeto, sulla carta, visto che la piattaforma sta realizzando ben altro, trasformandosi da contesto in cui sviluppare coesione ad ambiente degradante e verbalmente violento, un'assurda piazza delle offese non solo tra donna e uomo, ma persino tra donna e donna.

Come se non bastasse, poche settimane fa "Tea" è andata incontro a una fuga di 72.000 foto, scatti condivisi delle utenti e ora diffusi pubblicamente. Un pasticcio tira l'altro insomma, o come la definisce Katherine Dee su UnHerd, "una tempesta perfetta di ansie contemporanee". Ma c'è un punto ulteriore, che giustamente solleva la giornalista americana, ovvero quanto l'app "Tea" cavalchi quella che definisce una "cultura della sorveglianza", cioè quell'invito da una parte della società che ci vorrebbe tutti potenziali poliziotti, tutti esseri che controllano e sono controllati, tutti individui da schedare e condannare.

Non è male creare ambienti sicuri per le donne, ma è pericoloso farlo attraverso queste modalità, che non si inventano proprio nulla, anzi hanno solo seguito un trend mondiale, un'inclinazione generale a cui piace

l'archetipo del secondino, piace l'esposizione pubblica della sanzione invece di qualsiasi altra possibilità d'intervento. È la tentazione sempreverde dello spionaggio, è il fantasma del Grande Fratello: ancora a due passi da noi.

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