
La gestione del Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni si è trasformata in una grana per il ministro della Salute Orazio Schillaci. Il capo di dicastero non è soltanto sotto il tiro delle opposizioni ma anche sotto quello di pezzi rilevanti di maggioranza. Il sospetto è che il meccanismo, almeno nelle tempistiche, fosse stato sconsigliato in partenza. "Nomine e revoche del Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni sono opera del ministro della Salute Orazio Schillaci", affermano fonti vicine alla maggioranza di centrodestra. Le stesse che fanno presente come "la creazione del Gruppo" fosse stata persino "scoraggiata". Settembre era il mese indicato. Invece sono arrivate prima le scelte e poi l'azzeramento. È anche per questo che oggi le cronache raccontano di critiche aperte alla gestione di Schillaci sul caso del "Comitato sui vaccini".
Il leader della Lega Matteo Salvini ha parlato di un "pessimo segnale" dato dal ministro. "Qui non ci sono dei dogmi e da un comitato consultivo di 20 persone azzerare chi non la pensa come il mainstream non mi sembra scientificamente corretto", ha osservato il vicepremier. Che poi ha sentenziato: "Al ministero qualcosa non va". Per il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida "gli organismi plurali servono a contenere idee differenti e la storia insegna che non sempre il pensiero scientifico dominante è quello giusto. Lo è statisticamente, ma lasciare spazio a tesi diverse e non soffocarle - ha detto al Foglio - è la strada maestra". "Ora - ha aggiunto l'esponente di Fdi - il ministro Schillaci gode di ampio consenso anche tra le opposizioni, a quanto ho letto".
Del resto, qualche giorno fa, era filtrata anche l'"irritazione" del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il caso, con alti e bassi, è esploso dopo la nomina di 22 esperti all'interno del Nitag, tra cui anche due medici noti per le loro posizioni considerate non canoniche sull'obbligo vaccinale. Galeazzo Bignami, capogruppo di Fdi alla Camera, ha ribadito la linea del partito: "La adesione alla campagna vaccinale, nel mio caso dichiarata e praticata, non può essere usata per silenziare e mettere il bavaglio a chi ha opinioni diverse", premette. E ancora: "È finita l'era in cui opinioni diverse erano bandite da questa specie di Inquisizione. Come giustamente ricordato dal Ministro Lollobrigida, la libertà nelle sue molteplici forme è un punto di riferimento per Fdi". I meloniani non rinunciano alla loro visione del mondo. E per loro lo scientismo assolutista può celare persino una difesa d'interessi specifici. Forza Italia, con la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, invece, ha difeso l'azzeramento del Gruppo deciso da Schillaci. Lo stesso ha fatto il vicesegretario azzurro Stefano Benigni: "Chi non crede ai vaccini, fuori dal Nitag".
Le opposizioni hanno preso la palla al balzo. Raffaella Paita, capoguppo al Senato d'Italia viva, attacca Lollobrigida definendolo "vergognoso". "C'è in gioco la vita degli italiani", aggiunge la renziana, in relazione alle parole del capo del dicastero dell'Agricoltura sul caso Schillaci.
Il Pd, con l'onorevole Ilenia Malavasi, etichetta la destra come quella forza politica "che attacca chi difende la scienza e la salute pubblica". Per il dem Francesco Boccia, vicinissimo a Schlein, "continua" il feeling della "destra con i no vax".