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Tempi duri per Trump: il social "Truth" a rischio crac

Non un gran periodo per l'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump

Tempi duri per Trump: il social "Truth" a rischio crac

Non un gran periodo per l'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Dopo le perquisizioni nella sua casa in Florida da parte dell'Fbi, le inchieste che gli incombono sulla testa, la finta ereditiera Rothschild che è riuscita ad entrare nell'entourage del tycoon, ora anche il flop del suo canale social. «Truth», disponibile su iOS e fortemente voluto dall'ex presidente, è infatti in difficoltà finanziarie poiché il suo traffico rimane scarso e la società che dovrebbe acquisirlo teme che i problemi legali dell'ex presidente possano portare a un calo di popolarità. Secondo i documenti depositati alla Securities and Exchange Commission dalla Digital World Acquisition, che intende quotare in borsa la start-up del tycoon (Trump Media & Technology Group), «Truth» ha visto il prezzo delle sue azioni crollare di quasi il 75% dal picco di marzo e ha perso 6,5 milioni di dollari nella prima metà dell'anno. La società ha avvertito inoltre che la sua attività potrebbe essere danneggiata se Trump «diventerà meno popolare o ci saranno ulteriori controversie che danneggino la sua credibilità».

Si tratta di un flop abbastanza annunciato, se si pensa al suo esordio. «Truth Social», che per estetica e funzioni assomiglia molto a Twitter, è stata lanciato lo scorso 21 febbraio, ma già a distanza di qualche settimana i problemi non mancavano. A pesare erano state soprattutto le infinite liste d'attesa di quasi 1,5 milioni di utenti, che stavano aspettando di poter partecipare. Un altro problema è subito stato rappresentato dal fatto che nessuno ci scriveva. Al primo aprile scorso, l'account di Trump era il più seguito (con, allora, 823.000 follower): eppure, già da circa un mese nessuno scriveva più niente. E per quanto riguardava le news, sembrava che i feed fossero di fatto solo link alle pagine web delle notizie originali con pochissimo coinvolgimento.

Inoltre, anche fra i politici repubblicani - che quindi avrebbero avuto l'interesse di spingere una piattaforma che vede Trump centrale - il supporto a «Truth Social» è stato molto basso, e quei pochissimi presenti non pubblicavano nulla.

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