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Teniamoci Asia Argento. Ma la Boldrini faccia le valigie

Teniamoci Asia Argento. Ma la Boldrini faccia le valigie

Le accuse rivolte ad Asia Argento fanno schifo. Comunque. Anche tutta 'sta disanima sui tempi e queste insinuazioni sul perché abbia taciuto per più di vent'anni. Una tace quanto vuole, parla quando vuole e di certo non perde il diritto di denuncia perché i tempi sono scaduti. «Il silenzio delle vittime non è mai quello degli assassini» diceva Elie Wiesel e ogni vittima ha il diritto di riempire e far durare i silenzi quanto le pare, ci mancherebbe pure. Specie se si tratta di un crimine tanto odioso ed umiliante. Detto ciò, peggio di certi detrattori di Asia Argento, ci sono solo certi sostenitori di Asia Argento.

Laura Boldrini, per esempio. Donna dalle spontaneità rumorose e tardive, la presidente della Camera è intervenuta da New York sulla vicenda Weinstein principalmente per dissuadere l'attrice dall'abbandonare l'Italia dopo gli insulti ricevuti sui social e sui giornali. Avrebbe potuto limitarsi a questo, ma si sa, la Boldrini di rado si accontenta e ancor più di rado si limita convinta com'è di certe tesi e di ancor più appassionanti battaglie. E siccome la fede infonde i più furiosi azzardi, la presidente si è lanciata in un appello all'attrice spiegando che le donne e probabilmente l'Italia tutta, hanno bisogno di lei. Era partita tanto bene nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, che quasi ci aveva disorientati poi l'eccesso di convinzione ha reso friabile la logica e un sacco di altre cose. Succede spessissimo, alla Boldrini vai a capire perché.

Parte e non si ferma. Ha una marcia in più ma non le entra. Perché va bene difendere Asia e insistere sul sacrosanto concetto che il porco è Weinstein e sotto accusa ci deve stare lui, di certo non lei, ma da lì a rendere Asia un indispensabile esempio per le donne e per il Paese intero, ecco, ci vuole tutto l'eccesso di cui solo la Boldrini è capace: «Bisogna rimanere in Italia per rafforzare la solidarietà tra donne. Asia non mollare». Non c'è niente da fare, quando comincia la musica e Laura attacca a ballare, ci mette sempre più entusiasmo che ritmo. Per questo siamo d'accordo a tenerci Asia in Italia, ma ci piacerebbe mandare in Asia la Boldrini. O almeno dimenticarcela negli Usa. Resti l'attrice, migri la presidente dei migranti: Pisapia portatela via.

Anche solo per dar ragione all'altra Laura, la Pausini, quella davvero famosa negli Usa quando cantava «Laura non c'è».

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