Come già successo in passato, il Def potrebbe scivolare alla fine del mese di aprile, scadenza obbligatoria per l'invio alla Commissione europea. Non come previsto il 10 aprile, prima data utile per l'invio del documento di economia e finanza. Ma anche il Decreto crescita potrebbe essere rinviato. Non al consiglio dei ministri di oggi, forse lunedì. Ritardo che non comporta «problemi all'interno del governo», ha assicurato il vicepremier Luigi Di Maio.
Ma qualche intoppo c'è. Sicuramente sul Def, minato dalla crescita molto sotto le aspettative e a rischio sul fronte europeo a causa della volontà da parte del governo di sovrastimare la crescita del Pil nel quadro programmatico. Metodo del ministro dell'Economia Giovanni Tria per minimizzare i rischi per i conti nel 2019, schivando la manovra di primavera, e preparare quelli del 2020.
Ma nella maggioranza c'è già chi prova a compromettere i piani di via XX settembre. Intervistato dall'Huffington post, il Presidente della Commissione Bilancio della Camera e esponente della Lega Claudio Borghi ha assicurato che dopo le elezioni europee le clausole di salvaguardia, cioè la sterilizzazione degli aumenti dell'Iva, «li copriremo con il deficit, che non verrà concesso ma incoraggiato». Quindi scontato che almeno 23 miliardi della legge di Bilancio non saranno coperti. In alternativa Borghi indica la strada della golden rule, cioè l'esclusione dal deficit della spesa pubblica destinata agli investimenti.
Fino a ieri le bozze del decreto crescita in circolazione non erano complete, anche se il quadro si sta delineando. Al testo del ministero dell'Economia si sono aggiunti innesti di matrice pentastellata. Cci sono alcune novità.
C'è un cavallo di battaglia M5s, cioè gli investimenti dei capitali degli enti di previdenza obbligatoria privata in venture capital. Possibilità già previste da leggi in vigore, compresa la ultima legge di Bilancio. L'articolo 13 bis delle bozze circolate ieri condiziona l'esenzione fiscale ad una quota di investimenti in fondi per il venture capital di almeno il 3,5% degli attivi. Indipendentemente dalla detenzione in portafoglio di altri strumenti. Si rafforza insomma la volontà di usare le pensioni di architetti, farmacisti, geometri, giornalisti e altri per finanziare imprese. Tra le altre novità, una stretta sulle vendite online finalizzata a minimizzare i rischi di evasione Iva, in particolare nel commercio elettronico delle tecnologie. I portali dovranno comunicare al fisco i dati delle vendite.
Dalle bozze sembra risolto il braccio di ferro sull'utilizzo delle risorse liberate dalla abolizione della mini Ires. Sarà sostituita da una nuova imposta agevolata pari al 22,5% per il 2019 che si applicherà sugli utili di esercizio reinvestiti in azienda. Poi un aumento degli sgravi Imu dal 40 al 50%.
Confermato il piano casa del governo pentastellato. Una riduzione del carico fiscale per chi demolisce e ricostruisce un edificio. Al posto di un'imposta di registro del 9% una imposta complessiva di 600 euro. Poi la possibilità di aumentare la volumetria. Da vedere se la norma arriverà intatta al traguardo.
Ieri dell'iter del Def si è occupato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha incontrato
i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. Mattarella ha incontrato il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e ha espresso perplessità sulla commissione d'inchiesta sulle banche.
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