Terremoto nel governo: M5s chiede la testa del leghista

Dopo la mozione presentata da Andrea Colletti, arriva anche quella firmata dai deputati del Movimento CinqueStelle: le crepe all'interno della maggioranza diventano sempre più evidenti

Terremoto nel governo: M5s chiede la testa del leghista

Dopo il botta e risposta tra Letta e Salvini dei giorni scorsi, continuano a crearsi dei profondi solchi all'interno della maggioranza di governo: stavolta lo scontro che si viene a profilare è quello tra Lega e Movimento Cinquestelle, in merito alla questione Durigon.

Il sottosegretario al ministero dell’Economia e delle finanze del Carroccio è finito nei giorni scorsi al centro delle polemiche dopo ciò che è emerso dalla video-inchiesta "Follow the Money" condotta da Fanpage. Tra i primi a muoversi Andrea Colletti deputato ex Movimento CinqueStelle attualmente nel gruppo "L’Alternativa C’è". Nella sua mozione quest'ultimo chiedeva direttamente le dimissioni di Durigon per quanto riferito da Fanpage, contestandogli la frase pronunciata nei confronti del generale della Guarda di Finanza che conduce l'inchiesta sui fondi della Lega.

La mozione dei grillini

Dopo l'ex collega, tuttavia, anche i pentastellati hanno deciso di affondare il colpo contro gli alleati di governo, presentando a loro volta una mozione di sfiducia nei confronti di Durigon. Per i grillini il sottosegretario, "come emerge da un servizio giornalistico di Fanpage, mantiene comportamenti e utilizza parole inappropriate circa l’indagine della magistratura che riguarda il partito a cui appartiene".

A finire nel mirino del Movimento CinqueStelle sono in particolar modo le parole pronunciate dal rappresentante del Carroccio nei confronti di colui che conduce l'inchiesta nei confronti del proprio partito. "Riferendosi all’indagine sui presunti fondi occulti della Lega e sui 49 milioni di rimborsi elettorali frutto di truffa, parlando con un conoscente, Durigon afferma: ‘Quello che indaga della Guardia di Finanza […] il generale […] lo abbiamo messo noi'", si legge nel documento depositato dai grillini per motivare la mozione di sfiducia, ritenuta necessaria anche per il fatto che proprio il Mef sia il dicastero a cui afferisce la stessa Guardia di Finanza.

"Le esternazioni del sottosegretario Durigon riguardo a un millantato ‘controllo’ delle indagini e dei processi portati avanti dalla Guardia di Finanza rispetto al suo partito", si legge ancora nella nota, "gettano una oscura e pesante ombra sull’imparzialità e sull’incorruttibilità di tale Corpo dello Stato". Quindi con lo scopo di "tutelare in ogni forma l’onorabilità, l’immagine e l’operato delle donne e degli uomini del Corpo della Guardia di Finanza, che rischiano di essere compromesse dalle parole del sottosegretario", i grillini chiedono all'esecutivo guidato da Draghi di "avviare immediatamente le procedure di revoca, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri, della nomina a Sottosegretario di Stato del deputato Claudio Durigon".

Si apre quindi un nuovo fronte nello scontro tra Movimento CinqueStelle e Carroccio, che non potrà non avere delle conseguenze nell'immediato all'interno della compagine che sostiene l'attuale governo.

La replica di Salvini

“PD e 5Stelle, coi loro attacchi quotidiani alla Lega, mettono in difficoltà Draghi e l’azione del governo", ha dichiarato il leader del Carroccio in merito alla vicenda.

"La nostra risposta? Ignorarli e lavorare, a partire dalle riaperture e dal ritorno al lavoro ed alla libertà per tutti gli italiani, già dai prossimi giorni. Sulla Giustizia poi, se i partiti non troveranno un accordo in Parlamento su riforme necessarie e urgenti, saranno i cittadini a farlo, tramite referendum”, conclude l'ex vicepremier.

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