I tesori sommersi non sono solo intrappolati nei relitti dei mitici galeoni spagnoli ai Caraibi o negli angoli sperduti degli Oceani. Una caccia al tesoro di 100 milioni di euro si svolge nel più vicino Mar Adriatico. Una decina di giorni fa è stato scoperto a 113 metri di profondità, vicino all'isola di Lissa, la croata Vis, un forziere che si cercava da anni. «Una cassa metallica di due metri per uno con uno stemma, che assomiglia a una specie di cassaforte», spiega al Giornale Andi Marovic, uno dei subacquei che sta dando la caccia al tesoro del «Re d'Italia». Il piroscafo corazzato della Regia Marina si inabissò durante la battaglia di Lissa contro gli austriaci il 20 luglio 1866. Il relitto inghiottito dal mare è stato scoperto nel 2005, ma solo adesso una spedizione subacquea ha trovato il forziere, che da un secolo e mezzo potrebbe nascondere un tesoro.
Tolan Radica, presidente della Società croata per le ricerche, avevo sostenuto fin dalla scoperta del relitto che il tesoro a bordo della nostra nave da guerra sarebbe composto da monete d'oro e argento dal valore fra i 20 e 100 milioni di euro. «Gli italiani giunsero a Lissa per instaurare l'amministrazione sabauda - ha dichiarato l'esperto -. È impensabile che nei forzieri della nave ammiraglia non ci fosse una consistente somma di denaro. Voglio ricordare che il parlamento di Roma ha chiesto di vietare le ricerche della nave, proprio nella convinzione che la corazzata custodisse un autentico tesoro». Un gruppo di subacquei guidati dal Manta Diving Center di Marovic si è immerso per diversi giorni vicino all'isola di Lissa/Vis per girare un video-documentario. Fra questi il friulano Luca Palezza, della Global Underwater Explorers, e il triestino Mario Arena, che hanno trovato «la corazzata con la prua intatta e lo scafo collassato sul fondo con tutti i cannoni».
Il forziere è stato individuato da Marovic, che racconta: «In profondità, una volta raggiunto il relitto, ho notato nella zona di poppa una cassa inusuale per questo tipo di nave. Si distingueva solo un fregio, che penso sia del diciannovesimo secolo». Il relitto era stato scoperto dal padre, Lorenzo, con una scia di polemiche sfociate in una causa con lo stato croato per la paternità del ritrovamento. «Non so cosa contenga la cassa, ma per scoprirlo dobbiamo recuperarla e portarla in superficie - spiega il giovane Marovic -. Abbiamo informato le autorità croate e attendiamo istruzioni». Il 20 luglio 1866 il «Re d'Italia» fu speronato nella prima grande battaglia fra vascelli a vapore dalla nave ammiraglia austriaca «Ferdinand Max» durante la terza guerra d'indipendenza. Su 383 marinai italiani e una trentina di ufficiali si salvarono in 167.
La tv di Zagabria ha parlato di «sensazionale ritrovamento» riferendosi al forziere che potrebbe contenere il tesoro. Nel 2005 il governo Berlusconi, rispondendo a un'interrogazione parlamentare, aveva ribadito «i diritti del nostro Paese sui relitti delle navi militari» come il «Re d'Italia».
Nell'ambiente degli appassionati delle ricerche sottomarine c'è chi storce il naso: «La Marina militare potrebbe farsi sentire. I relitti di questo genere devono rimanere protetti non solo per l'interesse storico e archeologico, ma perché sono dei sacrari in fondo al mare».
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