Test psico-attitudinali. Ok del plenum Csm alle prove per le toghe

Via libera con due assenti e due astenuti. Designati i 4 esperti che scriveranno i quesiti

Test psico-attitudinali. Ok del plenum Csm alle prove per le toghe
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Due astenuti e due assenti. Gli altri tutti a favore. Il percorso può finalmente cominciare dopo un lunghissimo stallo di un anno e mezzo. Il poker di professori può mettersi all'opera per confezionare i test psico attitudinali che gli aspiranti magistrati incroceranno all'inizio della loro carriera. Il plenum del Csm dà il suo ok dopo una lunga discussione. Fra i togati aleggiava la paura che la magistratura potesse essere messa alla berlina, ma il dibattito fa evaporare le preoccupazioni.

"I test - spiega ai colleghi Daniela Bianchini (nella foto), avvocato e membro laico su indicazione di FdI - hanno il compito di valutare l'equilibrio e la personalità delle toghe all'inizio della loro difficile professione". Non c'è alcun intento punitivo, ma semmai il tentativo di alzare l'asticella, per preparare magistrati all'altezza del difficile compito loro richiesto. In Francia i test sono stati aboliti e qualche giudice obietta che l'Italia introdurrà una prova che altrove viene abolita.

"Non è così - replica Bianchini - in Francia i test sono stati eliminati perché il modello non funzionava, ma lo psicologo resta in Commissione. E solo per rimanere in Europa i test sono previsti nei Paesi Bassi, in Croazia e in Romania. Ma poi ci sono anche per la progressione in carriera in Germania, in Svezia e in Norvegia, mentre in Spagna il tema è in discussione".

Si potrebbe aggiungere che anche le forze di polizia si sottopongono a queste prove e nessuno ha mai parlato di umiliazione o provocazione. Semmai si tratta di guardare con la lente d'ingrandimento la struttura umana che dovrà confrontarsi con situazioni difficili e laceranti.

D'altra parte i test sono stati introdotti con il decreto legislativo del 28 marzo 2024. Poi di fatto non se n'è saputo più nulla. L'attenzione dell'opinione pubblica si è concentrata sulla separazione delle carriere, fra polemiche e voti parlamentari.

Ma in parallelo si aspettava la scelta dei cattedratici, chiamati a preparare le prove psicologiche per i magistrati. Il Csm ha elaborato una lista di 19 luminari che sono stati ascoltati, poi la Sesta commissione ha proposto quattro esperti. Ecco ora l'ok del plenum. I quattro sono Santo Di Nuovo, emerito di psicologia generale all'Università di Catania, Monica Molino, docente di psicologia del lavoro a Torino, Giuseppe Sartori, professore di psicologia forense a Padova e Andrea Spoto che insegna psicometria a Padova.

Ora toccherà a loro dare forma agli esami che hanno provocato polemiche a non finire. In teoria i test dovrebbero partire quasi subito, all'inizio del 2026. Ma le previsioni guardano ormai più in là: ci sarà almeno un anno di ritardo e si comincerà nel 2027.

D'altra parte, con l'approvazione finale della riforma costituzionale, il 2026 sarà l'anno del referendum, previsto fra marzo e aprile. Poi ci sarà la legge attuativa, importantissima per definire l'architettura della nuova struttura giudiziaria.

Insomma, i concorsi, a parte il primo atteso per la fine del 2025, potrebbero anche slittare più in là.

In alternativa, si potrebbe procedere ancora con il vecchio sistema.

Intanto, il plenum approva anche il documento della Nona Commissione, appunto una ricognizione senza pregiudizi nei diversi Paesi europei. Questa volta il via libera arriva all'unanimità. Ora si può andare avanti.

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